Bike night. Sonno zero, adrenalina mille
La notte è magica, in bici lo è ancora di più.
Disclaimer: tra pochi giorni, il 15 luglio, si svolgerà l'edizione 2023 della Bike night dell'Alpe Adria. Il seguente brano è stato steso a caldo, con due ore di sonno e ancora molta adrenalina, dopo la Bike night Milano-Arona. Non sentirti disturbato dalla difficoltà di interpretarlo, è solo uno sfogo, e dovresti prenderlo per tale.
La notte comincia con un invito per una birretta all’Upcycle. I colleghi di Sportler sono già operativi al parco della partenza e cerco di raggiungerli in apnea sfidando il calore che ancora l’asfalto ci concede alle 21.00, come un caldo abbraccio,
indesiderato,
dallo zio che non vedi mai,
solo nelle feste comandate,
ma indossa maglioni di lana appuntita,
e la sua barba ingiallita da anni di tabagismo sa di marcio.
Faccio avanti e indietro tra il parco e il locale, per un problema logistico, ma poi finalmente ritiro il pacco gara e incontro i vezz:
- GranLuca GranShining,
- Io sono Giorgia,
- Herbie il meccanico tutto matto,
- Roberto polpaccio d’acciaio.
Per seguire lo stile di David Thoreau il pacco gara comprende:
n.1 busta numerata di carta bianca
n.1 scaldacollo Sportler azzurro, grafica bianca
n.1 bustina orsetti gommosi Sportler made in Südtirol Best in the Alps
n.2 fascette nere, nylon
n.1 tagliando preforato Bike Night da applicare alla bici
n.3 talloncini ristoro Bike Night
n.1 talloncino colazione Bike Night
n.1 cappellino da bici Bike Night
Le bike night sono il paradiso di certi blogger birichini, con le figure folkloristiche di maggior rilievo: completi superfluo (non c’era bisogno di dirlo), calzettoni super aero al ginocchio, scarpe millesiepi, ditta traslochi, misure a caso, leve verso le stelle, caschi in peluria omologati, tasche piene di sassi e paracadute pronti al decollo.
Bici nuove, vecchie, da corsa, MTB, elettriche e muscolari, giovani, anziani, giovani che sembrano anziani, magri, grassi,
..maschi, femmine e cantanti nel cielo blu.
Prepartenza tra Carnevale e pannolanza
Sono tutti benvenuti, tutti con la voglia e il pannolatismo.
Uno spettro si aggira infatti per il parco di Porta Venezia: lo spettro della pannolanza. Tutte le potenze del ciclismo su strada di un certo livello si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro: pannolati di tutto il mondo unitevi!
I colleghi scalpitano per gustare il tipico cibo locale, così dirigiamo verso il Lazzaretto per un Kebap.
Il quartiere è nel pieno della festa e di certo non sfiguriamo con i nostri completini-ini-ini attillati come i pantaloncini-ini-ini di Flanders, tutti colorati. Una presenza chiassosa e ingombrante.
Camminiamo su stretti marciapiedi, tra il fumo umido e carico della Shisha, con gli sguardi adesivi, tacchi, zeppe pallette, brillantini e colori superfluo, una crisi del tessile giustificata qui dalla basca che sembra quasi di stare in Sardegna.
Siamo Fonda e Hopper che camminano per New Orleans durante il carnevale.
Una smilza in tenuta agonistica comincia a fare la danza dello squalo, porta stivaletti a punta argentati, una via di mezzo tra Space Cowboy e Space Oddity, si accende una sigaretta.
Veniamo poi interpellati da un entusiasta partecipante della vita notturna e lo prendiamo come fratello. È originario del Garda e ha rinunciato alla bici dopo il trasloco a Milano.
Ci vuole allenamento alla sopravvivenza in una città a volte nemica delle persone, che provoca morti e feriti, l’ultima pochi giorni fa, sotto una betoniera.
Anche i vezz bolzanini non hanno osato spingersi troppo oltre a Milano in bici, per strada, di notte, e li comprendo.
Dopo averlo adottato ci saluta con: “Ok, torno dalle mie bagasce!”
Noi invece torniamo ai blocchi di partenza.
Partenza della Bike night Milano-Arona
Sono presenti le personalità locali: Milano_in_bicicletta, Ciclistepercaso, World Bicycle Relief, Upcycle bike cafè reduce del compleanno, ma non ancora abbastanza grande da andare a Hogwarts.
Allineati in partenza, siamo 1250 secondo l’organizzazione (500 secondo la questura).
Conoscevo Witoor dal periodo in cui avevo vissuto a Bolzano, qualche amico mi aveva citato la Rando Imperator. Randonnée di 600 km su due tappe, partenza da Monaco e arrivo finale a Ferrara. Avevo accarezzato l’idea per qualche settimana, ma infine l’avevo scartata per mancanza di tempo e allenamento.
Partiamo per la nostra Bike night dal gonfiabile Sportler e veniamo anticipati dalla macchina della stampa, dirigendoci verso il Duomo alla mezzanotte. I fotografi smontano e, in un eroico slancio di fotografia di inchiesta, corrono con le reflex e le action cam in mano.
Il gruppo si sfilaccia subito passando per la Darsena e il centro.
Prendiamo la ciclabile lungo il Naviglio Grande, un percorso conosciuto e popolare.
Parte subito il gravel racing per recuperare Luca nella prima parte del gruppo.
La notte è ancora illuminata dalla città e arriviamo presto al primo ristoro presso il Palazzo Stampa ad Abbiategrasso:
ristoro n.1 cracker, succo, biscotti, mandorle, acqua
Ristoro #1
I vari ciclisti si accampano nei prati e nel cortile.
Dragostea Din Tei in sala uno e torniamo tutti adolescenti e truzzi. Siamo giovani, belli, sportivi e affamati, come Nico Roche, con i tatuaggi e in sella ad una Oltre che prende il volo, come Steve McQueen che salta il filo spinato con una Triumph.
Il naviglio ora diventa scuro, veloce e minaccioso, le onde al nostro fianco e la pista senza sponde.
I parapetti, già mancanti da km, ora mi sembrano fondamentali; i fari con un numero A.B.Normal di Lumen ci salvano dal bagno notturno.
Riconosciamo da lontano e recuperiamo i gruppetti, con le loro luci rosse in processione; la scia luminosa restituisce una idea dello spazio, altrimenti vuoto e senza una forma.
Il vento comincia ad essere piacevole, ma ad ogni sosta per interventi meccanici (Sportler e La Stazione Delle Biciclette offrono l’assistenza lungo il percorso) le braccia e il collo si imperlano.
Abbiamo 5 metri di visibilità e ho il preciso obiettivo di tornare con il primo treno, realizzo quel poco di gravel racing che riesco a sviluppare.
Corriamo nella notte come Grindhouse a prova di morte. Arriviamo al secondo ristoro, un lounge bar sul naviglio a Turbigo:
ristoro n.2 acqua nelle taniche, insalata di riso, torta di varie fogge
Ristoro #2
Siamo una folla variegata, di gente sudata, affamata, pannolata superfluo, entusiasta e che cerca di darsi un tono da lord inglese sul Titanic che affonda. Non abbiamo sonno ma gli occhi iniettati di sangue e uno sguardo feroce.
Altri smilzi partecipano con bici reclinate e carenate, ben illuminate ma poco adatte al poco sterrato.
Il nostro lago di Walden è fatto dal naviglio e poi dal fiume.
Le centrali elettriche accese nella notte, illuminano di sicuro qualche casa distante, dove luci mezze spente nascondono i segreti.
Affianchiamo e passiamo una di queste, con i getti di scarico potenti che alzano l’onda tangente la nostra strada.
Ho freddo, cerco di spingere per scaldarmi e stacco tutti gli altri sodali. Mi trovo a pedalare solo nei gruppetti che sorpasso, assatanato, senza scopo oltre a quello di spostare il cono di luce più avanti, non ho distrazioni, presa bassa e chiedo permesso a sinistra.
Raggiungo il terzo ristoro e lo tratto come se fosse una omelette all’Atlas Mountain race
ristoro n.3 banana, the, briochina, acqua
Ristoro #3
Non ho sonno e cerco di restare caldo.
Il mix di cibo chimico e molto zuccherato chiede vendetta, contraggo gli addominali.
Nel gruppo scambi battute con perfetti sconosciuti, e sarebbero sconosciuti anche gli amici, non vedendoli nel buio. Nessuno è permaloso.
Cominciamo a costeggiare vari specchi d’acqua apparentemente ferma e la sponda opposta è ora più lontana, troppo per essere ancora naviglio.
Arrivo: all’alba vincerò
Albeggia e si vedono le ville affacciate sull’acqua, con le ortensie ancora addormentate che sbirciano dai muri di cinta.
Non ho ancora sonno, non sento la fatica, tiro per gli ultimi km sulle provinciali, che stanno ricominciando a pulsare con il passaggio di qualche automobilista insonne.
I ciclisti son troppo leggeri e saggi per svegliare la strada: In Bici Veritas.
Arrivo ad Arona in Piazza del Popolo, mi trovo su un altro pianeta ed evito il passaggio sotto al gonfiabile con la foto di rito, entrando dal retro e fregando lo staff.
Vedo Sal Paradise e Neal Cassidy, hanno anche loro raggiunto:
…diaboliche proporzioni di giorno e notte
Tutto lavora in sincrono e lo vedo accadere come se fosse lontano dal mio controllo: caffè e cornetto, raggiungo la stazione con pochi minuti di anticipo.
Siamo una comitiva stralunata e riempiamo tutto il treno, più con il bagaglio che con le persone.
Suscito l’interesse di qualche astante con la citazione del Tuscany trail di quest’anno e con il calendario gravel 2023.
A proposito, lo abbiamo aggiornato ancora. L’hai già guardato?
Quando ci vediamo per la prossima avventura?