Bonus bici: quando inizierà la fase 2 e come cambierà il bonus mobilità 2020
La piattaforma on-line per ricevere il bonus mobilità 2020 è in arrivo. Gli ultimi aggiornamenti sulla fase 2 del bonus bici.
Aggiornamento del 14 gennaio 2021
Da giovedì 14 gennaio la piattaforma del Ministero dell’Ambiente buonomobilita.it è stata riaperta per permettere il rimborso a coloro che avevano acquistato una bici (o un altro mezzo di micromobilità sostenibile) tra il 4 maggio e il 2 novembre scorsi.
Diversi di loro erano infatti stati esclusi dal rimborso perché le risorse stanziate erano esaurite nel giro di 24 ore.
Chi ha ottenuto il voucher, ma non è riuscito a effettuare un acquisto entro i 30 giorni disponibili, è escluso da questa nuova tornata di finanziamento, che riguarda solo chi aveva già acquistato una bici.
È probabilmente grazie all’impossibilità di trovare bici nei negozi e al risicato tempo fornito per spendere il voucher che è stato possibile fornire questa nuova opportunità agli acquirenti.
Chi aveva fatto la preregistrazione entro il 9 dicembre 2020 è stato avvisato direttamente dai sistemi del Ministero dell’Ambiente della nuova disponibilità di fondi.
Aggiornamento del 10 novembre
In sostanza la fase 2 del bonus mobilità non ci sarà.
Come saprai, il 3 novembre c’è stato il click day sul portale buonomobilita.it e nel giro di 24 ore se ne sono andati tutti i 210 milioni stanziati per l’operazione.
Per chi ha già comprato una bici ed è rimasto a bocca asciutta, fino al 9 dicembre, sullo stesso sito c’è la possibilità di registrarsi e mettersi in lista per ottenere il rimborso che verrà erogato più avanti.
Questa “seconda fase” quindi non prevede l’emissione di bonus da consegnare al negoziante, ma è valido solo come rimborso per chi ha già effettualo l’acquisto.
Se invece hai un buono da spendere e non hai ancora deciso come, puoi leggere qui qualche consiglio.
Tornando al 3 novembre, le cose non si sono svolte in maniera molto semplice.
Innanzitutto è criticabile la scelta del click day. Fino a Giugno infatti il Ministro Costa aveva rassicurato che non ci sarebbe stato un click day ma le richieste sarebbero state scaglionate.
La scelta ha costretto a lunghe attese, e se qualcosa non avesse funzionato nei 20 minuti a disposizione per completare la registrazione, si sarebbe tornati in fondo alla coda.
In particolare si sono verificati molti disguidi con l’autenticazione SPID di Poste-ID.
Io sono stato “retrocesso” per 2 volte. Ma dopo ben 12 ore di coda (nel frattempo ho comunque continuato a lavorare) sono riuscito ad accedere al bonus.
Perché non si è usata la collaudata formula del bonus auto, deciso più tardi e operativo molto prima del bonus bici e senza disagi? (Sarcasmo: ON) Si rischia di far passare l’idea che le bici siano mezzi di trasporto di serie B. (Sarcasmo: OFF)
Ma è soprattutto lo spirito dell’operazione a far storcere il naso. È probabile che chi abbia acquistato una nuova bici, sia per la maggior parte qualcuno che una bici già la usa quotidianamente.
Sarebbe stato meglio che i fondi fossero veramente utilizzati per incentivare la mobilità attiva e sostenibile (come abbiamo proposto qui) per esempio con nuove infrastrutture e non per acquistare biciclette che potrebbero anche rimanere a prendere polvere in cantina.
Aggiornamento del 15 ottobre
Da martedì 3 novembre, i cittadini che abbiano acquistato una bici o un monopattino dal 4 maggio al 2 novembre possono caricare i loro documenti sulla piattaforma www.buonomobilita.it e ricevere il rimborso del 60% della spesa, ma non oltre i 500 euro. Lo ha annunciato il Ministro Sergio Costa, tramite la sua pagina Facebook.
Ricordiamo che bisognerà essere in possesso di una regolare fattura o scontrino parlante e di uno SPID.
A partire da lunedì 19 ottobre tutti gli esercenti che vogliono aderire a questa iniziativa possono iscriversi nel portale www.buonomobilita.it/mobilita2020/#/esercente/loginEsercente.
Il Ministro ha anche scritto che i 210 milioni di euro stanziati per questo bonus potrebbero non soddisfare tutte le richieste, ma che sono già previste, nella prossima legge di bilancio 2021, altre risorse per rimborsare tutti coloro che ne hanno diritto.
L’obiettivo del bonus bici 2020 è quello di aiutare le persone a cambiare modo di spostarsi e “vivere in un sistema più verde. Vogliamo che le tratte casa-scuola o casa-lavoro diventino sempre più sostenibili.”
Aggiornamento del 6 settembre
Il Ministro dell’ambiente Costa, tramite la sua pagina Facebook, ha dichiarato che il decreto attuativo per il bonus mobilità è stato registrato il 30 di agosto alla Corte dei Conti e finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 5 settembre.
Da questa data sono partiti i 60 giorni entro i quali la società a cui è stata affidata la piattaforma dovrà realizzare il portale attraverso il quale compilare un form per la richiesta del rimborso. La piattaforma per il bonus mobilità sarà quindi operativa entro i primi giorni del mese di Novembre.
Il Ministro non ha nascosto i disguidi amministrativi che hanno portato a questo ritardo e ha ricordato le 2 cose necessarie da possedere per la richiesta del bonus bici: la fattura di acquisto (o lo scontrino parlante) e lo SPID personale.
Aggiornamento del 25 luglio 2020
Dopo un tira e molla tra il Ministero dell’Ambiente e quello dei Trasporti si è finalmente arrivati all’accordo che oltre alla fattura, potrà bastare per ricevere il bonus bici 2020 anche il solo scontrino.
ATTENZIONE però, non lo scontrino semplice, ma lo scontrino parlante che riporta anche il codice fiscale dell’acquirente e il codice del prodotto acquistato!
La piattaforma per la fase 2 è in ritardo. Inizialmente prevista per metà Luglio, dovrebbe essere pronta entro il 15 agosto.
Nella fase 2, grazie ad un’app scaricabile dal sito del Ministero dell’Ambiente, sarà possibile generare un buono spesa che permetterà di pagare solo il 40% del prezzo della bici o del mezzo sostenibile, mentre il restante 60% verrà rimborsato direttamente al negoziante.
L’elenco dei negozianti presso i quali poter utilizzare il bonus mobilità sarà fornito dalla stessa app.
L’operazione sarà possibile fino a esaurimento fondi, che sono ulteriormente cresciuti e, dopo essere passati da 120 a 190 milioni, sono ora diventati 210 milioni di euro.
Per prevenire frodi, lo stesso Ministero dell’Ambiente ha emesso una nota in cui mette in guardia dall’utilizzare app che stanno già iniziando a circolare e di aspettare quella emessa direttamente dal sito del Ministero www.minambiente.it.
Quando arriverà la piattaforma on-line per ricevere il bonus mobilità 2020? Come funzionerà la fase 2 del bonus bici?
Lo abbiamo chiesto all’on. Diego De Lorenzis, Vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera, che ci spiega l’iter legislativo che ha portato al bonus mobilità 2020, quando potrebbe essere pronta la piattaforma on-line e quali cambiamenti nel funzionamento del bonus bici potrà portare.
Questi gli argomenti toccati nell’intervista:
- La storia del bonus mobilità inizia nel 2019
- Percentuale di sconto più bassa e altre possibili migliorie
- Il bonus bici e i cambiamenti del codice della strada
- Rifinanziamento del bonus mobilità e incentivi per gli accessori
- Quando sarà disponibile la piattaforma on-line?
- Ora servono le infrastrutture e i parcheggi per incentivare l’uso della bici
- Difesa del made in Italy
- Evitare il click day sulla piattaforma
- Il pericolo truffe
Guarda l’intervista e iscriviti al canale YouTube, ascoltala in podcast sulla tua app preferita o leggi questo articolo.
La storia del bonus mobilità inizia nel 2019
On. Diego De Lorenzis – Il bonus mobilità è stato presentato dal sottoscritto addirittura nel governo con la Lega nella legge di bilancio del 2019, ma non fu approvato ragioni diverse. Poi il Ministro Costa riprese quella proposta nel Decreto contro i cambiamenti climatici nell’ottobre del 2019 e oggi quella misura viene estesa ulteriormente per dare la possibilità a tutti di acquistare una bici.
Sappiamo che la formulazione del Decreto non è perfetta, perché sarebbe stato utile ritagliare questa misura su chi ha più necessità. La politica è fare delle scelte prioritarie e oggi sappiamo che la priorità è nelle aree più densamente abitate dove c’è il trasporto pubblico, perché il trasporto pubblico ha subito una riduzione di capacità.
Il Ministero dell’Ambiente insieme a quello del dei Trasporti ha preferito fissare un limite di 50 mila abitanti,
un modo molto facile di capire chi aveva diritto oppure no al bonus mobilità.
Ovviamente oltre alle città sopra i 50 mila abitanti sono comprese tutte le aree metropolitane e quindi anche i comuni sotto i 50.000 abitanti ma che rientrano in queste aree metropolitane (in Italia sono 14) e i capoluoghi di provincia.
Percentuale di sconto più bassa e altre possibili migliorie
La norma l’avrei scritta con una percentuale di sconto inferiore, per ampliare la platea e, come succede per esempio per la vendita delle auto, avrei imposto un 10 per cento a carico del venditore. Quindi si poteva arrivare con un 40 per cento di sconto, di cui 30 per cento statale e 10 per cento a carico del venditore.
Il bonus avrebbe comunque spinto le persone a comprare una bici, l’avrei anche concentrata sulle biciclette elettriche perché consentono di arrivare in ufficio non sudato e consentono di percorrere distanze più lunghe.
La misura può essere ancora corretta proveremo a fare alcune modifiche nella conversione del Decreto Rilancio.
Ovviamente se qualche regola di queste verrà cambiata, varrà dalla fase 2, da quando ci si recherà in negozio direttamente con con lo sconto, per non cambiare ovviamente le regole rispetto a chi oggi sta già facendo l’acquisto o l’ha già fatto.
Il bonus mobilità e i cambiamenti del codice della strada
Quella del bonus bici è una misura che fa il paio con il cambiamento del codice della strada che abbiamo introdotto con il Decreto Rilancio: la possibilità di installare delle case avanzate, quindi delle strisce di arresto avanzate agli incroci semaforici, in modo che incroci pericolosi o dove magari la svolta a sinistra per i
ciclisti è complicata, i ciclisti possono essere più in sicurezza. E poi abbiamo dato la possibilità ai Comuni di completare la rete di mobilità di emergenza in maniera molto rapida con le corsie ciclabili che non erano previste nel nostro ordinamento. Per cui, con una segnaletica orizzontale, anche durante una manutenzione ordinaria della strada si possono fare corsie a costi molto ridotti rispetto alle piste ciclabili.
Faccio notare che queste misure in realtà seguono un’altra misura che abbiamo approvato all’inizio dell’anno: l’equiparazione dei monopattini con le biciclette elettriche, proprio perché in realtà il bonus mobilità non è un bonus bicicletta ma è un bonus mobilità. Il bonus, le corsie ciclabili e le case avanzate sono strumenti in favore di una pluralità di veicoli alternativi all’auto privata.
Con questo set di strumenti che va sicuramente ampliato cerchiamo di dare una risposta rapida alla mobilità delle persone che non vogliamo si riversi tutta in direzione dell’auto privata, perché le nostre città sono già
congestionate. Samo il paese con più alta motorizzazione d’Europa e inoltre non possiamo permetterci di far spendere 4-5 mila euro a famiglia per mantenere ulteriori auto.
Rifinanziamento del bonus mobilità e incentivi per gli accessori
BfG – Il Ministro Costasi è espresso in favore di un rifinanziamento di questo bonus mobilità e ha parlato di altri 70 milioni che si vanno a sommare ai 120 già stanziati.
– Sembrava quasi che gli Italiani stessero aspettando un piccolo sconto sulla bicicletta e per poterle acquistare.
Il mio auspicio è che queste biciclette che stiamo incentivando alla vendita siano poi usate tutti i giorni perché è di questo che abbiamo bisogno. Quindi nella conversione del Decreto Rilancio io proporrò anche delle altre misure di incentivo all’uso più che incentivo all’acquisto come una defiscalizzazione per le aziende come welfare aziendale nel caso appunto di promozione della mobilità alternativa per recarsi in ufficio.
Il Ministro Costa, sentendo anche la rete di venditori i produttori, ha immaginato che le risorse stanziate per questa misura potrebbero non essere capienti, visto il grande successo del bonus mobilità, e stiamo cercando di correre ai ripari.
Dato che la misura è prevista fino al 31 dicembre è giusto garantire a tutti la possibilità di fare ricorso a questo bonus mobilità che, voglio ricordare, servirà anche per servizi di sharing e non necessariamente per l’acquisto.
Tra le misure che ulteriormente si possono aggiungere per modificare e migliorare la norma potrebbe essere
magari incluso l’acquisto di accessori.
Proporrò che con il bonus si possa acquistare il carrellino per il trasporto dei bambini, che solitamente ha un costo un po più elevato degli accessori comuni, oppure dei kit di trasformazione da bici muscolare a bicicletta elettrica. In questa maniera si può ampliare la platea e si può anche favorire l’utilizzo.
Trovare altre risorse è assolutamente necessario e magari può servire a rendere stabile la misura per 2 o 3 anni.
Quando sarà disponibile la piattaforma on-line?
– Noi di Bike for Good abbiamo sottolineato ogni elemento dell’acquisto e del beneficio di questo bonus, ma adesso c’è lo spauracchio piattaforma. Molti non vogliono impegnarsi nell’acquisto del mezzo, ma vogliono aspettare l’apertura della piattaforma per poter usufruire del buono da consegnare al rivenditore.
Può fare una previsione di massima su quando sarà disponibile la piattaforma on-line?
– Il decreto attuativo che dice esattamente come vengono erogate queste risorse deve essere emanato entro 60 giorni dalla data di emanazione del Decreto, quindi dovrebbe essere emanato intorno a metà luglio, forse anche prima, ed entro quella stessa data il Parlamento dovrebbe convertire il decreto in legge.
Il Ministro dell’Ambiente non ha aspettato l’approvazione della legge per far partire i 60 giorni per poter scrivere
il decreto attuativo, ma ha basato la scadenza per l’emanazione di questo decreto dalla data in cui è stato emanato il Decreto Rilancio. Questo perché vogliamo arrivare a settembre con la misura completamente operativa.
Il decreto attuativo, a quanto so, è già in consultazione presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze e presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, perché stiamo provando a portare il lavoro quanto più avanti possibile in modo che, appena il decreto sarà convertito in legge, anche il decreto attuativo sarà stato già consultato dai ministeri competenti e quindi può essere pubblicato in Gazzetta e anche la la piattaforma può uscire nelle ore successive.
Ora servono infrastrutture e parcheggi per incentivare l’uso della bici
– Qualcuno ha ricordato che in alcuni Paesi del mondo dove in passato c’è stato un boom della vendita di bicicletta, non ne è derivato un aumento del loro utilizzo, perché non sono aumentate parallelamente le infrastrutture dedicate alla bicicletta.
In Italia si cita spesso la mancanza di parcheggi per le biciclette. Abbiamo il problema di poter custodire in sicurezza la bicicletta. Lei pensa che in futuro si possa intervenire anche su questi aspetti?
– Chiunque voglia usare la bicicletta, solitamente ha due timori principali.
Il primo, quello più importante, è l’incolumità fisica, quindi vuole sentirsi sicuro andando in bicicletta ed è per questo che ci deve essere un’attenzione particolare per l’utenza più vulnerabile, che comprende anche ovviamente bambini, anziani, pedoni…
Non basta fare piste ciclabili ovunque, anzi le piste ciclabili andrebbero fatte dove c’è necessità di separare i flussi, quindi dove le velocità relative tra le auto e le biciclette sono elevate, quindi quando ci sono i limiti di velocità superiori a 30 chilometri orari, mentre in generale si dovrebbe favorire la condivisione degli spazi e la sicurezza implicita nell’ambiente stradale.
La seconda ragione per cui le persone non usano la bicicletta è la paura del furto. Le nostre città, ma anche i luoghi di lavoro, di aggregazione (cinema, università e quant’altro) sono spesso carenti di queste infrastrutture. Penso alle stazioni che ancora non hanno velostazioni custodite, penso al fatto che in città spesso mancano le rastrelliere, e se ci sono non sono capillari, non sono di quelle alte, modello Milano per intenderci, in modo che uno abbia la comodità di legare il catenaccio.
Stiamo dando degli incentivi per acquistare delle bici, magari elettriche, e sarebbe un peccato avere una bella bici che mi permette di avere veramente un’alternativa alla macchina (tenuto conto che nelle nostre città la metà degli spostamenti è sotto i 5 km), e non usarla perché ho il timore che la rubino, perché non so dove lasciarla o perché i sistemi di ancoraggio non sono efficaci.
Su questo bisogna intervenire. È una competenza dei Comuni.
Cercheremo di stanziare delle risorse per quei Comuni che vogliono attrezzarsi, però dovrebbe esserci anche una pressione dell’opinione pubblica sui propri amministratori affinché queste misure, esattamente come quelle previste per le auto, possano trovare spazio nelle nostre città.
Difesa del made in Italy
– È successo che in Europa non ci siano più biciclette, non si riesce più quasi a soddisfare la domanda perché è aumentata a dismisura.
– Uno sconto così forte sia in termini percentuali che in termini di importo assoluto (500 euro), ha indotto ancora più persone a cambiare la bicicletta che avevano. Per fortuna la misura dura ancora diversi mesi quindi ci sarà tempo anche per i produttori di rimettersi al passo.
La riduzione che io proporrò dal 60 al 40 per cento consentirebbe anche di puntare su biciclette di una fascia di prezzo medio alta, mantenendo i 500 euro come massimale, e questo indurrebbe le persone ad acquistare anche prodotti di qualità e quindi prodotti italiani o almeno europei.
Evitare il click day sulla piattaforma
Un’altra modifica che si potrebbe fare è evitare il famoso click day, cioè la corsa a caricare le fatture oppure a richiedere lo sconto nel momento in cui ci sarà la piattaforma.
Mi piacerebbe che le risorse stanziate potessero essere scaglionate pro quota mensile, cioè attribuire una quota ogni mese in modo che se non posso in quel momento caricare la fattura, avrò tempo il mese successivo.
Il pericolo truffe
– Il Sole 24 ore non ha mancato di sottolineare come questo bonus potrebbe allettare qualcuno in grado di aggirare la regola e frodare. Le chiedo la sua opinione in merito, ci saranno dei controlli?
– La parte più critica di questa misura è il fatto che la norma non specifica se l’acquisto delle biciclette debba riguardare biciclette nuove o anche bici usate. Sul sito del Ministero dell’Ambiente, che però non ha la valenza di legge, si dice che il bonus vale anche per bici usate.
Il mio consiglio personale è però di non usare il bonus per l’acquisto di bici usate, perché anche inconsapevolmente l’acquirente o il venditore potrebbero trovarsi in una situazione di ricettazione o comunque di commissione di reato, perché appunto le biciclette sono dei beni mobili non registrati.
Quindi tra le varie migliorie che proporrò al bonus mobilità c’è quella anche di specificare che l’acquisto di biciclette o di monopattini riguarda i mezzi nuovi.