Chi va a lavoro in bici lo fa più volentieri
Coronavirus? Tra pandemia e smart working vince il bike to work
Il Centre for Urban Studies (centro per gli studi urbanistici) dell’Università di Amsterdam ha condotto un’indagine su oltre mille lavoratori per capire l’impatto dello smart working (o sarebbe meglio dire del lavoro da remoto) sulla loro vita quotidiana.
La premessa la conosciamo. Le misure adottate in molti Paesi per il contenimento del Coronavirus hanno ridotto la libertà di movimento di milioni di persone. Cosa che non era mai accaduta prima nella Storia.
In ogni parte del mondo, le persone sono state incoraggiate, se non obbligate, a lavorare da casa invece che recarsi nel loro abituale luogo di lavoro.
E questo ha offerto una possibilità senza precedenti di indagare l’importanza della mobilità nella vita delle persone, il ruolo dell’interazione faccia a faccia e il significato stesso dell’espressione “andare a lavoro”.
Smart working e commuting
3 sono le domande principali poste da questa ricerca:
- Quali sono secondo te i principali vantaggi e svantaggi dello smart working?
- Credi che lavorerai da casa più spesso di quanto facevi prima, anche una volta che saranno cessate tutte le restrizioni?
Ma la più importante per i temi e gli interessi di BikeforGood è stata: - Ti manca lo spostamento quotidiano per andare a lavoro?
Le domande sono state fatte online attraverso piattaforme internazionali di social network a persone che abitualmente si spostavano per raggiungere il loro posto di lavoro, ma che con lo scoppiare della pandemia hanno smesso di farlo e hanno lavorato da casa in smart working.
I risultati della ricerca
La ricerca ha messo in evidenza questi principali risultati: le persone si sentono leggermente meno produttive e lavorare piace loro meno quando lo fanno da casa, ma si sentono moderatamente fiduciose rispetto allo smart working nel futuro. Soprattutto emerge la mancanza di un confronto faccia a faccia con i colleghi di lavoro.
Per quanto riguarda il tema del commuting, tradizionalmente il tempo impiegato per andare a lavoro è considerato come uno spreco che deve essere ridotto al minimo. L’obbiettivo dei pianificatori dei trasporti è quello di rendere lo spostamento il più veloce ed efficiente possibile.
In realtà, sempre più studi mettono in dubbio questa visione e sottolineano l’intrinseco valore della mobilità. E anche la ricerca dell’Università di Amsterdam lo conferma.
Il 69% degli intervistati ha affermato di sentire la mancanza di alcuni aspetti dello spostamento casa-lavoro. La maggior parte di loro lamenta l’impossibilità stessa di spostarsi (53%), al secondo posto c’è l’impossibilità di passare del tempo da soli (25%) e al terzo la sensazione di indipendenza che offre il commuting (24%).
Il bike to work dà più soddisfazione che andare a lavoro in auto
Le risposte tuttavia variano molto in base al mezzo usato per andare a lavoro e alla durata del viaggio.
A chi va a lavoro in auto, andare a lavoro manca meno che agli altri. Al 55% degli automobilisti intervistati lo spostamento casa-lavoro non manca per nulla.
Al contrario, quelli che vanno a lavoro in bici, i bike commuters, sono quelli a cui lo spostamento casa-lavoro manca di più. Addirittura al 91% di loro manca almeno un aspetto del bike to work.
Questo ci permette di dire che
chi fa bike to work, va a lavoro più volentieri di chi ci va in auto e ottiene maggiore soddisfazione dal suo commuting quotidiano.Click To Tweet
Ovviamente, più aumenta il tempo per andare a lavoro e meno lo spostamento casa-lavoro tende a mancare.
Inoltre, tutte le risposte sono influenzate da fattori generali come la differenza di mansione svolta e l’autonomia di cui gode il lavoratore.
Il giusto mix tra smart working e bike to work
È naturale che le persone abbiano desideri conflittuali che devono tenere in equilibrio. Per esempio, da un parte vogliono risparmiare tempo e lavorare in modo flessibile, ma dall’altra desiderano avere confronti faccia a faccia con i colleghi, passare del tempo all’aperto e da soli.
Quello che è sicuro è che chi lavora da casa non sente la mancanza degli spostamenti per raggiungere il luogo di lavoro, se questi spostamenti sono lunghi ed effettuati in auto.
Ma tutti questi fattori indicano che per ottenere un bilanciamento efficace delle diverse esigenze sia auspicabile l’implementazione di un sistema che dia la possibilità di recarsi a lavoro in bici o a piedi e, allo stesso tempo, dia maggiori opportunità di lavorare da casa in smart working.
È compito delle istituzioni, ma anche delle aziende favorire questo desiderio sociale e permettere e incoraggiare lo smart working e il bike to work.
Molti studi evidenziano come i lavoratori che fanno attività fisica siano tendenzialmente più creativi, meno stressati, più attenti e focalizzati nel lavoro.
Questo è particolarmente vero, se l’attività fisica è fatta durante o subito prima dell’orario di lavoro.
Il vantaggio del bike to work non è quindi solo personale, ma si estende ai risultati che il lavoratore che va a lavoro in bici produce per la propria azienda.
Non solo, chi non usa l’auto per andare a lavoro tende a prendere meno giorni di malattia. Tanto che in Germania, un Parlamentare ha proposto di concedere per legge un giorno di ferie in più per chi va a lavoro in bici.
Per consigli su come rendere bike friendly la tua azienda o come iniziare il bike to work non esitare a contattare BikeforGood.