Il futuro del turismo in bicicletta è roseo
Le ciclovie ci porteranno in Paradiso?
Nel convegno di apertura delle giornate del cicloturismo 2022, Fiab, la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, ha fatto il punto sullo stato dell’arte del turismo in bicicletta in Italia nel 2022. Al di là dei noti problemi infrastrutturali, ne emerge un quadro confortante in vista del varo del Piano Generale della Mobilità Ciclistica da parte del Governo nazionale e un mercato in espansione.
Bicicletta e crisi energetica
Antonio dalla Venezia, referente FIAB per il progetto Bicitalia, ha ricordato nella sua introduzione il ruolo della mobilità in bici e del cicloturismo come strumento per combattere la crisi climatica ed energetica che abbiamo davanti.
Andare in bici non semplicemente “fare ciclismo”. Andare in bici è attività fisica, ma non è (solo) uno sport ma è un mezzo di trasporto. Quando i giornalisti parlano di “appassionati di bici” o “cicloamatori” riducono a stereotipo gli utenti della bicicletta. Questo tra l’altro svilisce il suo ruolo nel ridurre la dipendenza energetica da altri Paesi, oltre che nel contrastare la crisi climatica.
Il marketing internazionale del turismo in bicicletta per l’Italia
Maria Elena Rossi, Direttore Marketing e Promozione ENIT (Agenzia Nazionale del Turismo) ha parlato di situazione rosea del turismo in Italia, in forte ripresa rispetto agli anni scorsi.
Mancano mercati asiatici, per questioni legate al Covid le persone dalle regioni orientali non stanno ancora tornando a visitare il nostro Paese. Sono invece più interessanti i mercati vicini come Germania e Francia (in crescita), Benelux e Paesi Scandinavi.
Mentre mercati maturi come USA, Canada e Australia che conoscono l’Italia più per città d’arte che non per esperienze in bicicletta, costituiscono una grossa opportunità. A loro va narrata la possibilità di una vacanza in bici in Italia.
Il trend dell’outdoor è comunque forte, come anche la fruizione dei parchi cittadini. E le vacanze all’aria aperta sono un elemento valoriale per Enit.
Il turista richiede sicurezza in tutta l’esperienza di viaggio. Si registra ultimamente una propensione a viaggi indipendenti e mezzi propri. Qui si solleva il problema della gestione della bici (come portarla e dove tenerla). Il cicloturista necessità di vari servizi, di assistenza e manutenzione.
Sono diversi i modi di fruire turismo in bicicletta. Per questo si parla, al plurale, di “cicloturismi”. Le esigenze dei viaggiatori sono diverse. Non paga essere generalisti.
Il Giro d’Italia è ormai un format consolidato di promozione del nostro Paese ai potenziali turisti. Con il Giro-e (che ripercorre in parte le tappe del giro dei pro), il giro express (che si svolge in treno, importante mezzo di trasporto in connessione con la bici), il Giro d’Italia esce dalla sua veste professionistica.
Per testimoniare l’importanza che il cicloturismo ha per l’Agenzia del Turismo, una sezione del sito è dedicata alla bici e contiene con selezione di offerte e progetti in collaborazione con le Regioni.
In progetto c’è la presentazione di tutte le offerte nazionali. Si deve creare una connessione tecnologica. Bisogna colmare il gap di digitalizzazione di servizi e prodotti per farli conoscere ai turisti. Questa è per Maria Elena Rossi la vera sfida che aspetta la promozione del cicloturismo in Italia.
Arriva il Piano Generale della Mobilità Ciclistica
Paolo Gandolfi, Consulente del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, ha fatto alcune anticipazioni sul Piano Generale della Mobilità Ciclistica che dovrebbe essere varato entro la fine dell’estate.
La Legge 2 del 2018 fissa 2 elementi:
- Stato e Ministero Trasporti devono sviluppare la ciclabilità (divisa in ciclabilità urbana e cicloturismo);
- Dal punto di vista delle infrastrutture la Rete Ciclabile Nazionale si basa sul progetto Bicitalia. Il Ministero ha scelto saggiamente di non inventarsi qualcosa di nuovo, ma di basarsi sul lavoro di Fiab, che ha percorso e selezionato gli itinerari.
La legge prevedeva che nell’arco di 6 mesi si sarebbe dovuto redarre il Piano della Ciclabilità, per disporre degli strumenti realizzativi, ma il lavoro sta per essere completato ora con oltre 3 anni di ritardo.
Nel piano è prevista la struttura della rete Bicitalia più le ciclovie emerse negli ultimi 3-4 anni per iniziativa dei territori, nonché la possibilità di modifica e integrazione degli itinerari. Le Regioni dovranno partecipare con il loro piano e i loro progetti i un rapporto di dialettica continuo.
Molte cose esistono già e si stanno realizzando. In questo senso, Gandolfi registra un protagonismo del Sud e cita ad esempio la Ciclovia Adriatica.
Trenitalia e i servizi di trasporto biciclette sui treni regionali
Ermanno Russo, Responsabile Commerciale della Direzione Business Regionale racconta di una flotta regionale in trasformazione.
Grazie a un investimento immenso, si stanno introducendo i treni “Rock” “Pop” e “Blues” con molta più disponibilità di posti bici (“fino a” 18 per i treni Rock, 12 per gli altri). Purtroppo il numero dei posti bici non è fisso, ma dipende dalla scelte delle Regioni con cui Trenitalia ha il contratto di servizio. In Veneto i treni hanno tutti15/18 posti bici, il Lazio solo 9.
I treni sono dotati anche di prese per la ricarica delle e-bike e hanno accesso a raso per la facilità di salita e discesa.
Il completamento flotta è previsto per il 2025, quando il 97% dei treni avrà posti bici.
Treni speciali con oltre 60 posti bici sono previsti su alcune linee speciali: il Treno bici Abruzzo e Marche, il Treno bici della laguna, l’Alpe Adria Line, e il Trenobus delle Dolomiti.
In realizzazione ci sono anche la “Etruschi Line” (con treni Rock tra Pisa e Roma) e la Cilento Line e la Parchi line in territorio campano (con treni Jazz da Capaccio a Sapri, e da Napoli a Sapri, rispettivamente).
Trenitalia ha inoltre realizzato un travel book delle ciclovie che racchiude 20 percorsi ciclabili, tra i più vicini alle stazioni ferroviarie.
L’esperienza delle due regioni capofila delle ciclovie con infrastruttura
1. Ciclovia Tirrenica
Emiliano Carnieri, del Settore Trasporto Pubblico Locale su ferro e marittimo e Mobilità sostenibile della Regione Toscana, parla di un cambio di passo per lo sviluppo del progetto della Ciclovia Tirrenica grazie a interesse comunità locali e soprattutto amministrazioni.
La ciclovia prevede uno sviluppo di 1000 km da Ventimiglia a Roma, attraversano 3 regioni e 11 province.
Il progetto dovrebbe essere completato e predisposto per gli appalti entro fine 2022.
Carnieri lamenta che le ciclovie siano viste spesso come infrastrutture pesanti che distruggono l’ambiente come fossero autostrade e auspica interventi di comunicazione per smentire questa falsa credenza.
2. Ciclovia Adriatica
Marina Marcozzi del Servizio infrastrutture e viabilità di Regione Marche, ha parlato della esperienza come capofila per Ciclovia Adriatica.
La ciclovia attraversa 6 regioni e 17 province.
Nel suo ruolo di capofila, Regione Marche ha:
- messo a disposizione parte dei fondi (85 milioni investiti in diverse ciclovie),
- individuato i primi lotti di intervento,
- predisposto il progetto ispirandosi a principi di sicurezza, creazione di occupazione, interconnessione con altre ciclovie e interazione con il servizio di trasporto pubblico.
Il ruolo dei Tour operator active per lo sviluppo del turismo in bicicletta in Italia
Monica Price di Active Italy ha illustrato numeri e scenari futuri del turismo in bicicletta.
Active Italy è una rete impresa di 29 operatori di turismo attivo. Dove per turismo attivo si intende l’attività fisica o sportiva di qualsiasi livello con l’esperienza di viaggio.
Il turismo attivo migliora la condizione psicofisica di chi viaggia e la vita delle comunità meta del viaggio.
Per chi lo pratica, si nella formula:
ATTIVITÀ + NATURA + CULTURA = ESPERIENZA
Il 10% del PIL mondiale è dato dal turismo. In Italia fatturato stimato del 2019 è stato di quasi 52 miliardi. (Leggi qui per altri dati sul cicloturismo)
Il turismo attivo è in grande crescita, è quello che fa meglio alle comunità locali. Il turismo in bicicletta è tornato prima di altri tipi di turismo dopo lo stop del 2020 ed è più fiorente del turismo di crociera.
Il tour operator è un ponte tra il turista e il territorio, combina le esigenze del cliente con le opportunità offerte dal territorio. Il tour operator active si rivolge a una nicchia, è a filiera corta, radicato sul territorio e offre sicurezza legale e assicurativa.
Per quanto riguarda i bisogni del turista in bici, il cicloturista cerca nuove ciclovie, ma anche e soprattutto percorsi turistici classici da fare in bicicletta. Cerca sicurezza stradale, disintermediazione, fai-da-te o servizi singoli e non pacchetti (da parte dei tour operator serve flessibilità e agilità), possibilità di “clicca e acquista” (semplicità e immediatezza) di pari passo a offerte su misura.
Il ciclotuista chiede sempre più spesso le e-bike, tanto che più del 50% dei noleggi sono di e-bike. Ciò comporta una complicazione logistica per il tour operator, poiché il peso delle bici richiede appositi carrelli, bisogna pensare a punti di ricarica, ecc.
Il turista in bici cerca un’esperienza, una trasformazione, ma sempre di più cerca rigenerazione, ossia viaggi in cui lasciare il luogo meglio di come l’ha trovato.
Nelle fasi conclusive del convegno ha preso la parola Giuliana Ganzini, albergatrice che gestisce l’Hotel Suite Inn di Udine, posizionato nell’incrocio tra AIDA e Alpe Adria.
Nel suo intervento ha portato la sua esperienza sui crescenti benefici economici del cicloturismo durante questi anni di pandemia in cui non solo i viaggi di piacere, ma anche quelli di lavoro si sono ridotti.
L’esperienza delle ciclovie nate dal basso
Michele Cremonesi responsabile progetto AIDA di FIAB ha ideato un grand tour per far conoscere il progetto e il tracciato di AIDA di cui ha dato in anteprima la notizia.
Matilde Atorino, referente per La Via Silente, un anello di 600 km con 13 mila metri di dislivello ha raccontato di come il progetto abbia contribuito all’economia dei piccoli borghi che attraversa e allungano la stagione turistica estiva.
La ciclovia cilentana è una “infrastruttura territoriale” che corre per il 99% su asfalto e strade secondarie, quindi senza creare nessuna nuova infrastruttura.
Esiste una guida e recentemente è stato aperto il primo ostello brandizzato La Via Silente. Il 45% dei turisti arriva in treno e si tratta per lo più di Cicloturisti autonomi.
Atorino dice di come tanto valore creato dal basso, mentre dall’alto solo la cartellonistica messa da Regione Campania e un piccolo contributo economico dal Parco del Cilento per lo sviluppo dell’app.
Si dovrebbe fare molto di più dal punto di vista della comunicazione, ambito in cui un vero colpo di fortuna è stato l’essere scelti da Amazon Prime come location per una puntata di Dinner Club con Carlo Cracco.
E a proposito di comunicazione, contattaci se anche tu hai bisogno di una mano per promuovere la tua attività bike friendly. Visita la pagina chi siamo e quella dei nostri servizi per sapere di più.