Come organizzare un viaggio in bici
Una chiacchierata sul cicloturismo con bici gravel piena di consigli per i viaggiatori meno esperti
Toglimi una curiosità: tu stai facendo un’intervista vera e propria? Aspè…
Sì sto registrando la conversazione.
Ho visto qui, mi dice recording, ma poi tu la trascrivi?
Io volevo pubblicare il video. Poi lo riguardiamo e decidiamo se pubblicarlo.
Sto pensando solo perché c’è questo sfondo che sembra che sono in Paradiso.
Va be’, io ci ho il forno dietro di me!
Così inizia la prima intervista di Bike for good.
Mi sarebbe piaciuto fosse stata un’intervista dal vivo, ma Bike for good è nato proprio alla vigilia dell’esplosione dei casi di Coronavirus in Italia. E così, in tempi di reclusione forzata, bisogna fare di necessità virtù e affidarsi alla tecnologia digitale e ai software di videoconferenza per registrare anche delle video interviste.
La qualità della registrazione è quella che è. E anche per le inquadrature ci si deve un po’ adattare e trovare un angolo discretamente illuminato e il più possibile al riparo da interferenze di altri familiari.
La prima intervista, dunque, ha come protagonista un ragazzo della mia città, Cernusco sul Naviglio, che ho incrociato un paio di volte durante serate dedicate alla bicicletta.
Alessandro Sommo fa parte di un gruppo di giovani ai quali piace viaggiare usando le loro bici gravel.
Quando ha condiviso il suo video sul viaggio in bici che ha fatto in Andalusia con l’amico Matteo Bodini, l’ho trovato molto gradevole, rispetto alla media dei video di viaggio che circolano in rete. E poi lui è una persona molto simpatica e ho pensato che poteva essere un buon test per le mie interviste a distanza.
Giudica tu stesso, guardando il video in cui abbiamo parlato di:
- come scegliere la meta di un viaggio in bici
- come preparare la bici per l’imbarco
- come preparare un viaggio in bici
- viaggiare con una bici gravel
- in quanto tempo si prepara un viaggio in bici
- dove dormire durante un viaggio in bici
- quale equipaggiamento portare
- come dividere in tappe il viaggio
- come realizzare un video di viaggio
Cicloturismo in Andalusia, Spagna. Come si sceglie la meta di un viaggio in bici
Bfg: Ho visto il video del vostro viaggio in bici in Andalusia. Mi è piaciuto, l’ho trovato divertente. L‘ho trovato carino e ho pensato: “Facciamo una chiacchierata con Alessandro Sommo!”
È un viaggio che avete fatto a gennaio, giusto?
Alessandro: Sì, all’inizio di quest’anno. Siamo partiti l’uno tra l’altro a Capodanno e siamo ritornati il 10.
Quindi vacanze di Natale…
Vacanza di Natale in bicicletta, giusto per non stancarsi.
Come mai l’Andalusia?
La prima cosa che abbiamo pensato è cercare il caldo, quindi una meta che non fosse fredda per il periodo e la cosa abbastanza prioritaria era che non costasse tantissimo. Quindi abbiamo scelto l’Andalusia. Quasi una scelta obbligata, cioè una meta che fosse disponibile in un 2 o, 3 ore di volo, non troppo lontana.
Facendo un cerchio attorno all’Italia abbiamo opzionato il Marocco, che però lo lasciamo per un’altra vacanza, più avanti, perché dove vogliamo andare ci potrebbe essere anche la neve d’inverno. Sull’Atlante non era il caso di andare. E quindi l’Andalusia era un po’ più comoda, calda, perché alla fine è risultata calda, e con voi più economici.
Quindi è stata un scelta dettata dall’esigenza. Poi abbiamo visto delle immagini e abbiamo detto: “Cacchio però, effettivamente è bella!” E così è stato.
Io sono stato in Andalusia, però nella parte più occidentale non ci sono stato e in effetti le strade che avete fatto sono molto interessati! Anche pedalare sulla spiaggia deve essere bello ed emozionante!
L’altro criterio di scelta è stato che i voli costassero di meno, perché nel periodo di Natale c’erano voli dalle cifre folli. E quindi siamo riusciti a trovare un volo su Faro all’andata, in Portogallo, e a Malaga per il ritorno. E quindi c’è stato tutto il discorso di trovare un cartone qui per trasportare la bici, ma una volta che sei là lo devi buttare perché comunque non ritorni nello stesso punto. E poi trovare un cartone per impacchettare la bici al ritorno.
Anche quella è stata una scommessa. Bene o meno male ce l’abbiamo fatta. Abbiamo incontrato un ragazzo della Repubblica Ceca e ci ha consigliato di chiamare il Decathlon di Malaga. Lui avrebbe fatto così ed effettivamente così è stato anche per noi.
Quindi siamo partiti da Faro, in Portogallo, abbiamo fatto tutta la costa passando Huelva, la spiaggia che ha visto nel video del Parco della Doñana e siamo scesi fino a Jerez, Cadice e tutta la costa fino a Tarifa.
A Tarifa abbiamo proseguito ancora un po’ sulla costa per poi arrivare a Gibilterra. Salita sulla rocca di Gibilterra, che è d’obbligo, e poi da lì siamo entrati all’interno. Siamo andati fino a Ronda. Il Caminito del Rey che è questo cammino a strapiombo, chiaramente non da fare in bici ma da fare a piedi, e poi siamo scesi verso Malaga. Ecco, giusto due indicazioni sui luoghi.
Come preparare la bici per l’imbarco aereo prima di un viaggio in bici
Ecco, una cosa che preoccupa me, che non ho mai fatto viaggi portandomi la bici in aereo, è il trasporto della bicicletta. Mi chiedo: riesco poi a rimontarmela? Cosa faccio se mi si rompe qualcosa durante il trasporto? Quanto costa?
Ce le avete anche voi queste preoccupazioni?
Premetto che non siamo dei super esperti, abbiamo fatto qualche viaggio, preso qualche aereo, però c’è gente molto, molto più esperta di noi!
Se guardi su Instagram, vedi di quelle cose che dici: “Cacchio, non ho fatto nulla!” Però nel nostro piccolo qualcosa sappiamo. Nel nostro piccolo, siamo spaventati quando dobbiamo caricare una bici. Io ho caricato una bici sull’aereo 3 volte, quindi neanche tantissime.
Ci sono delle borse bellissime che costano tantissimo, rigide, che però ti pongono il problema di arrivare in un punto A e ripartire da un punto B. In questo caso quella borsa la escludi, perché non potresti portarla con te in bici.
La borsa morbida, non se ne parla per nulla, perché è come trasportare la bici senza niente, si rompe subito. La soluzione migliore è il cartone. Costo zero.
Noi andiamo dal nostro ciclista di fiducia, di cui non possiamo dire il nome, diciamo solo che si chiama Pietro. Chiediamo se ha un cartone (ce li ha sempre). La bici tendenzialmente la smonti parzialmente: ruota davanti, togli il manubrio, lasci attaccata la pipa manubrio e metti tanto pluriball. Tutto qui.
Proteggi un po’ il deragliatore e dentro lo stesso cartone riesci a farci stare una borsa vuota, tutto quello che ci devi mettere in quella borsa lì e il borsello da manubrio.
Poi dipende da come viaggi. Noi avevamo viaggiato così. Mentre l’altra borsa te la porti con te.
Diciamo che poi pian piano, ogni volta che fai è un viaggio in bici le preoccupazioni sono sempre meno, perché ogni volta vedi come la trattano e dici: “Anche se metto un foglio di pluriball in più non serve.”
La stessa cosa al ritorno. Chiaramente sei meno preparato, perché per esempio adesso al ritorno da Malaga abbiamo fatto le scatole davanti a un cimitero, in una piazza. Quindi non sei a casa bello tranquillo nel tuo garage. Però è andato tutto bene.
Però anche se si rompe al ritorno la porti dal ciclista, non ci devi viaggiare. Sei anche un po’ meno teso. E’ così anche nei viaggi senza bici, almeno per quanto mi riguarda.
Come si prepara un viaggio in bici
E il viaggio come lo prepari? Come ti informi per i percorsi, le tappe…?
Dipende dal tipo di viaggio che poi farai.
Il tuo viaggio in Andalusia come l’hai preparato, come prepari di solito un viaggio in bici?
L’abbiamo preparato soprattutto guardando le strade. La massima priorità era fare strade sterrate, chiaramente passando in posti belli. Non abbiamo dato assolutamente rilievo a guardare città, perché alla fine i giorni sono pochi e non stai via un mese e dici: “Ok, mi posso fermare anche in città.”
La massima idea era trovare strade sterrate fattibili con bici tipo gravel, strade bianche o anche qualcosa di più e paesaggi belli.
Cosa facciamo? Noi usiamo internet, ci sono tantissimi siti, come saprai, in cui tu tracci il tuo itinerario. Non Google Maps, ma qualcosa di un po’ più bello. Tu decidi dove partire e a mano puoi selezionare la traccia che vuoi vedendo la strada, capendo se è una strada bianca… Sono tutte indicazioni come con i sentieri di montagna, praticamente.
Dove è possibile metti l’omino di Google Maps su Google Maps per capire se stai facendo una cavolata e stai finendo in un burrone.
Se non è possibile, cerchi qualche informazione. Ad esempio, il tratto di sabbia. Abbiamo pedalato 25 km sulla spiaggia. All’inizio non volevamo farlo perché volevamo passare diciamo più in alto e bypassare questo tratto, poi in realtà abbiamo detto: “Perché non farlo?”
Ci siamo documentati. Dicevano: “Passate dopo un paio d’ore dall’alta marea.” Così sei sicuro che l’alta marea si è ritirata, la sabbia è diventata un po’ solida e dovresti riuscire a passare.
Abbiamo visto qualche video su youtube e abbiamo detto: “Proviamola” e poi è andata bene.
Ti deve andare anche abbastanza bene quando sei lì.
I viaggiatori dicono che gli imprevisti sono quelli che mettono il sale nel viaggio. Sono le cose che poi ti ricordi e che fanno bello il viaggio.
Bravo. Aneddoto: abbiamo incontrato una signora prima di quel pezzo di strada. Signora che tra l’altro era in giro da sola da sei mesi, quindi già un personaggio. E la signora ci fa: “Ma voi che strada fate?”
“Abbiamo intenzione di fare il parco della Doñana.” “Ah, cacchio, com’è?” “Signora, non lo sappiamo. Te lo facciamo sapere.”
Dopo che l’abbiamo fatto, le abbiamo scritto una mail dicendo: “Guarda è fattibile. Chiaramente tu hai la bici che pesa un po’ e ci metterai un po’ di tempo.”
Due o tre giorni dopo ci scrive: “Ho iniziato a farlo ma poi non ce la facevo e quindi ho chiamato i soccorsi.”
Ha chiamato una camionetta che è venuta a prenderla e si è fatta portare la bici.
Però chiaramente l’aveva fatto in un momento in cui magari la sabbia era meno dura. Quindi è una serie di coincidenze.
Lei ha continuato senza problemi facendo un’altra strada. A noi è andata bene, a lei è andata un po’ meno bene. Abbiamo cercato di darle il maggior numero di consigli che potevamo, però l’imprevisto…
Viaggiare in bici gravel
Scegliete di fare strade bianche e sentieri per sfruttare le vostre biciclette che sono gravel. Parlaci un po’ di questa scelta. Perché questa bici? Cos’ha di speciale per te?
Io viaggio su una Cinelli Hobo, giusto per fare un po’ di pubblicità se mi volessero sponsorizzare. Semplicemente sono quelle bici che vanno di moda adesso. Io in realtà l’avevo comprata già nel 2015, quindi 5 anni fa. Anche il mio socio Teo ne aveva comprata una che poi adesso ha cambiato. Lui viaggia su una Salsa Fargo.
Sono quelle bici tendenzialmente con telaio in acciaio, non da corsa, geometria un po’ più rilassata, manubrio da corsa, pneumatici larghi (sono un 700 per 38/40 e anche un po’ di più), che ti permettono quindi di andare in fuoristrada tenendoli un po’ sgonfi, tassellati.
Noi tendenzialmente viaggiamo con portapacchi e borse, però non disdegniamo anche il bikepacking, che sono quelle borse da cicloturismo direttamente attaccate al telaio che stanno andando di moda adesso.
Dipende dal tipo di viaggio che fai. In Andalusia abbiamo scelto un bagaglio classico, due borse laterali e borsello davanti perché, sì, sei più appesantito però non devi fare sentieri di montagna estremi, quindi si viaggia senza problemi.
Le bici gravel sono bici tendenzialmente abbastanza semplici, cioè in caso di rottura dovresti riuscire a ripararla. Non dovrebbe rompersi, però ogni tanto succede.
Mi era successo con questa bici che si era rotto un cerchio qualche vacanza fa, poi ero riuscito a comprarne uno nuovo. Dipende da dove vai, se c’è un minimo di gente che di ti può vendere qualcosa, te la puoi cavare. Quindi diciamo che la bicicletta gravel non è nient’altro che questa bici qua.
Fa tanto il nome, poi la sostanza è una bici in acciaio che senza bagagli ti pesa 13 kg. Con i bagagli… con te sopra… alé, sciambola. Però è bello.
In quanto tempo si prepara un viaggio in bici
Quanto ci hai messo a preparare il viaggio in bici tra studio del percorso, fare le valigie… Quanto tempo sei partito prima a ragionarci?
Questo viaggio qui… abbiamo preso i biglietti un mesetto abbondante prima. Poi siccome siamo italiani ci siamo ridotti all’ultimo.
No, poco prima di Natale abbiamo iniziato a guardare un po’ le strade. Avevamo in linea di massima l’idea di dove passare. Affinare la traccia, l’abbiamo affinata qualche giorno prima. Fai che due o tre giorni prima avevamo tutte le tracce.
Cosa importante in questa vacanza non abbiamo deciso che il giorno 1 avremmo pedalato 100 km, il giorno 2 90, il giorno 3… Avevamo la traccia e decidevamo…
Sapevamo che non potevamo pedalare 30 km ogni giorno se no non arrivavamo. Però decidevamo giorno per giorno in base alle nostre condizioni, in base al tempo (che poi è stato sempre bello), se pedalare tanto, se pedalare di meno, visitare qualcosina, perché no?
Qualche deviazione è sempre permessa, tanto bene o male con i cellulari o anche il navigatore da bici esci di traccia, ma poi ci rientri. Quindi si fa.
L’importante, se hai 9 giorni è sapere un minimo da dove vuoi partire, dove vuoi
arrivare, che strada vuoi fare nel mezzo.
Dove si dorme durante un viaggio in bici?
Dove avete dormito?
Questa volta abbiamo dormito in bed and breakfast.
Di solito?
Di solito la modalità di vacanza è questa. È successo che abbiamo portato la tenda.
Siamo un gruppo di ragazzi e non è che viaggiamo sempre con gli stessi. Cioè succede che una volta vado io, Matteo più un’altra persona, l’altra io e Andrea, un’altra volta io Pietro e Filippo.
Di solito andiamo in bed and breakfast, con Airbnb ad esempio. È successo che abbiamo dormito anche in tenda.
Dobbiamo affinare un attimo la nostra abilità perché comunque in tenda devi fare anche da mangiare e tutto quanto. Le volte che siamo andati in tenda siamo usciti a mangiare.
È una vacanza come dico io molto borghese, cioè selvaggia ma borghese.
Nulla vieta che in un futuro faremo qualcosa di più selvaggio.
Mica bisogna vergognarsi. Io sono del partito dei “porto la carta di credito che pesa poco sulla bici.”
Tante volte vedi quelle imprese che dici: “Cacchio, che figata!” Da solo, in Patagonia, in tenda!
Se vai nei posti dove bed and breakfast non ce ne sono… Ti devi arrangiare per forza se vuoi vedere quei posti lì.
Chiedevo appunto perché hai detto che non avete deciso prima che tappe fare, quindi vuol dire che devi essere abbastanza sicuro che dove ti vuoi fermare ci sia posto per dormire.
Sì, prenotavamo giorno per giorno. Però abbiamo fatto conto che la stagione non era altissima, era dopo Capodanno.
L’unica cosa, ecco in Spagna hanno il mito di tre Re Magi che è molto molto sentito. L’Epifania da noi effettivamente è meno sentita del Natale, in Spagna ha molto rilievo.
Quindi il giorno che eravamo a Tarifa, il 6 di gennaio, c’era una richiesta esagerata di posti per dormire o anche semplicemente posti dove mangiare. Molti erano chiusi perché era festa.
L’equipaggio irrinunciabile per il cicloturismo
Equipaggiamento irrinunciabile per i vostri viaggi in bici?
Oltre alla bicicletta e le borse, ovviamente, un buon fondello, cioè un buon paio di pantaloncini. Non solo uno, se desideri anche cambiarti. Per un po’ di igiene magari due, uno lo lavi e uno lo usi e così via.
Questa volta penso di averne portati 3, perché c’era la variabile meteo. Quindi due lunghi e uno corto. Poi comunque è stato bello.
Quindi, abbigliamento da ciclista, sottolineo fondendo perché stai in sella tanto ed è giusto che stai comodo. Sicuramente una giacchina, perché se sali su abbastanza in quota inizia a far freddo. Una giacchina di quelle tecniche da bici.
Giacca antiacqua, per forza. Con cappuccio, questa è la mia visione. Poi c’è chi la usa anche senza. Chiaramente porti dietro il casco, un solo cambio per la sera, tanto ci devi vivere per poche ore.
E attenti a non sudare.
Esatto. Però in Andalusia in inverno non c’era questo problema. La sera anche una felpina e un pile ci stavano.
Una giacca, quella sì, una cosa che ti copra e ti tenga caldo. Chiaramente non andavamo sotto zero, quindi va bene.
Scarpe di cambio, se vuoi fare la persona a modo, se no puoi usare benissimo la scarpe da bici, tanto sono quelle con gli attacchi spd e sono in gomma. E casco per forza, lo portiamo sempre. E un minimo kit di pronto soccorso, se dovesse succedere qualcosa. E il necessario per lavarsi un minimo.
Se vai in tenda l’equipaggiamento cambia. Ti devi portare chiaramente qualcosa in più e ti pesa ancora di più l’armamentario.
Totale kg del bagaglio che porti tu?
Non lo so. Mai pesato, però abbastanza. Diciamo che secondo me… No, non lo so, direi una castroneria, meglio non saperlo.
Come si divide un viaggio in tappe
Voi fate tappe abbastanza lunghe, ho visto.
Sì, abbiamo fatto 700 chilometri in… otto giorni, dovrebbero essere. Una media di 80 km al giorno più o meno. Come dicevo prima c’è il giorno che ne fai 100 e passa, 120, e c’è il giorno che ne fai 65.
Devi avere un minimo di gamba, l’unica cosa è quella, poi chiunque può farlo. L’allenamento ti viene anche un po’ andando. È chiaro che se non hai mai pedalato in vita tua…
Sono convinto che una persona mediamente sana 80 km in un giorno li può fare anche senza allenamento, se li fa molto piano ovviamente, se si prende il suo tempo. Dopo una settimana che fai 80 km al giorno, però un pochino di allenamento ce lo devi avere.
L’importante ripeto è avere un buon fondello.
L’hai detto 3 volte, vedo che ci tieni!
Noi non abbiamo mai avuto problemi di dolori al posteriore, però è chiaro che se stai tante ore in sella devi essere comodo.
A proposito di abbigliamento che cos’è la Fulgenzio Tacconi?
La Fulgenzio Tacconi è una società sportiva a cui io e Matteo siamo iscritti. Fra i “Fulgenzi” (che sono i membri della Fulgenzio) c’è tantissima gente molto più pazza di noi, ma tanto più pazza, e che va anche molto più forte di noi. Almeno di me, di Teo no, perché lui va più di me. Però c’è tanta gente che va forte ed è una società di ragazzi del milanese (perché non è solo a Milano, ci siamo anche noi qua a Cernusco, c’è qualcuno a ovest di Milano) che si divertono.
Chiaramente, non tende al professionismo, però qualcuno fa le granfondo, quindi qualcuno va in bici da corsa e fa gare. Poi c’è qualcun altro un po’ più “scappato di casa”, tipo noi che facciamo vacanze in bici.
C’è anche qualcuno che fa delle marathon, degli ultra trail in cui pedali 800 chilometri di fila facendo micro sonni…
E quando andiamo in giro a abbiamo sempre l’abbigliamento Fulgenzio Tacconi.
Poi nel piccolo c’è un altro mini gruppo cernuschese chiamato la Merla ciclistica. Siamo tutti ragazzi cresciuti più o meno insieme. Abbiamo anche noi la linea di abbigliamento, tanto per dirti il livello. Con loro facciamo cose un po’ più tranquille, non facciamo gli ultra trail. Però ci divertiamo.
Quindi sono queste le due piccole realtà che bazzichiamo.
Bici sono per i viaggi o la usi anche per spostamenti quotidiani?
Per tutto. Quando si riesce sì va anche al lavoro in bici. Chiaro che non sempre ce la si fa, però quando si può la si usa anche per andare al lavoro. Parlo per me, altri ragazzi magari la usano per andare al lavoro più seriamente di me. Io quando riesco ci vado. Poi per tutti gli spostamenti all’interno della città, quello sicuramente.
A Cernusco è un classico.
Poi perché no? Bici da corsa, mountain bike, gravel anche nel fine settimana. Qualsiasi occasione è buona per andare in bici.
Quante bici hai?
Quattro, che è un numero giusto.
Il numero giusto è sempre n+1, quelle che hai più una, mi hanno spiegato.
Bravo. La mia filosofia è una bici da corsa quando vuoi andare veloce, una bici da cicloturismo, tipo gravel, quando vuoi fare tutto, una bici da mountain bike se vuoi essere specialistico nel fuoristrada e poi una bici da palo che usi per andare in giro, che non rubano, ma se te la rubano, va be’… anodo sacrificale.
Come realizzare il video di un viaggio in bici
Da addetto ai lavori, volevo tornare sul video perché veramente come ti dicevo all’inizio mi ha abbastanza colpito. Gli ho visti tutti i video che hai su youtube e ho notato che la qualità è cresciuta. L’ultimo, quello sull’Andalusia, è il più bello.
E sono anche in arretrato. Ho ancora dei video di alcune vacanze da fare.
Porta via tempo quello, eh? Ho visto che fai una cosa che funziona che rende molto divertente e personale il video: quella di filmarti a mano libera, diciamo. Non usi supporti?
È anche molto pericoloso.
Innanzitutto cosa usi? Una Gopro?
Gopro, sì. Abbiamo fatto un investimento che stiamo ammortizzando.
Non la usi legata al manubrio con qualche supporto?
Tendenzialmente no, Ho anche il supporto da manubrio però le riprese così, chiamale a mano libera, sono più belle, sono più genuine.
A parte genuine, vedi di più le persone, perché altrimenti il rischio è quello di vedere sempre la stessa inquadratura. Diventa noioso dopo un minuto, il video!
Eh, bravo, infatti poi anche nel montaggio hai tutta l’inquadratura uguale, la strada oppure verso di te e dici: “No cacchio, che palle!” Almeno così è un po’ variegata.
Non nego che sono successe alcune disavventure (no, una sola) legata a questo modo di andare.
In Costa Azzurra, quando appunto si è rotta la bicicletta e si è stortato un cerchio. Sono andato a sbattere contro un paletto. Fortunatamente non sono caduto. Quindi da allora riprese sempre così, ma con un po’ più di cervello.
Quanto riprendi? Perché immagino che tutto il viaggio in bici con una mano sola diventi anche stancante, però ho visto che quando c’era il momento saliente eri già pronto a riprendere. Quindi mi sono chiesto quanto riprendi durante un viaggio? Quanto materiale ti sei portato a casa?
Ce l’hai attaccata al manubrio quindi tu semplicemente la stacchi e la fai partire con la modalità immediata, che ti inizia a registrare subito. Lì sei pronto per ogni cosa.
Poi in realtà ne avevamo due di camere. Anche Teo ce l’ha quindi facevamo roba estrema. Ma per caso, perché il primo giorno, quando dovevamo pedalare, tira fuori anche lui la Gopro e ho detto: “Cacchio, Teo, che l’hai anche te?” “Eh, sì.” Alè, sciambola. C’era addirittura la doppia ripresa. Una basta e avanza.
Volevo chiederti della mappetta iniziale, che è carina, il disegno che si vede con la linea tratteggiata. Quello come l’hai fatto?
In quante ore? L’ho fatta in Photoshop e l’ho animata in Premiere. Non sapevo farlo, l’ho imparato al momento. Quante ore di lavoro? Qualche ora di lavoro. Sommando il fatto che ho visto tutorial eccetera, quindi giustificato.
Alessandro, ti ringrazio molto di questa chiacchiera. Dovunque va a questo video metterò il link al tuo perché è carino e divertente.
Usciranno dei nuovi video sul canale.
Ottimo, io mi sono già iscritto al canale. E mi è venuta veramente voglia di andare in Andalusia in bicicletta.
Senti, vorrei vorrei che ci salutassi con il tuo saluto classico di quando sei in bicicletta.
Ma in realtà l’ultimo saluto l’abbiamo copiato.
Io mi riferivo all’alé alé alé!
Ah quell’altro! Alé alé alé. Quello è un must, quello ormai… Però più che un saluto è un intercalare.
Lo usi sui cambi di scena, è una transizione sonora.
Detto qualche volta al giorno va bene, sentito in 20 minuti di video, sembra che lo dico in ogni momento. Diciamo che 2 o 3 volte al giorno lo diciamo. In un video diventano 10 o 15 volte.
E allora, alé alé alé!
Alé alé alé!
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