Come si usa il cambio della bici?
I meccanici ricevono spesso richieste di rimozione del cambio della bici. Perché?
Approfittando del bonus, hai comprato una bicicletta nuova oppure te ne hanno appena regalata una. Ed è la tua prima bici con il cambio!
Non sei sicuro di come si usa il cambio e prima di fare qualche danno hai guardato su internet se esista una guida su come si usa il cambio della bici.
Le tipologie di cambio della bici sono ormai diverse, ma a meno che la tua bici non abbia un cambio al mozzo, per il resto delle bici, quello che troverai scritto in questo articolo ti darà tutte le risposte che cerchi.
La nostra amata bicicletta ha subito, nel corso del tempo, infinite evoluzioni che ne hanno migliorato sensibilmente diverse caratteristiche, l’ergonomia, l’affidabilità, la comodità, la maneggevolezza, la fruibilità solo per citarne alcuni.
Mi vorrei soffermare oggi su uno di questi aspetti: la fruibilità.
Due step importanti nell’evoluzione della bicicletta
Infatti ci sono stati, nel corso della storia, due step importanti che hanno contribuito in inequivocabile ad aumentare la fruibilità del mezzo bicicletta.
- Il primo è stato la comparsa della trasmissione, verso la fine dell’800 (prima non esisteva la catena, ma i pedali erano solidali con la ruota anteriore);
- Il secondo l’invenzione del cambio, nella prima metà del secolo scorso.
Proprio il cambio ha rilanciato la bicicletta in un periodo in cui i mezzi a motore, anche grazie al boom economico, la facevano da padrone.
Se prima degli anni ‘60 il cambio era prerogativa delle biciclette da corsa, in seguito ha stimolato i costruttori a produrre biciclette sport o da passeggio che potessero consentire un utilizzo ad ampio raggio, proprio per superare le variazioni di pendenza che tendevano a scoraggiare chi faceva della bici un utilizzo prevalentemente urbano.
Affrontare le salite è il motivo principale per cui è molto utile il cambio della bici.
L’evoluzione storica del cambio della bici
Questo componente tanto importante ha subito, nel corso degli anni, un’evoluzione notevole sia nella forma e funzione che nei materiali e tecnologie utilizzate.
La prima forma rudimentale di cambio consisteva semplicemente in una ruota posteriore dotata di due pignoni ai due lati del mozzo. Il ciclista (molto spesso un corridore) doveva fermarsi, smontare la ruota e girarla per poi rimontarla con la catena sul secondo pignone di trasmissione. Operazione fastidiosa e scomoda, perché comportava che ci si imbrattasse le mani con facilità.
Il passo successivo fu il cambio a bacchetta, nelle varie interpretazioni fra cui quella brevettata dall’italiano Tullio Campagnolo, che consentiva l’utilizzo di 4 o 5 pignoni diversi, ma le operazioni di cambiata restavano complesse anche per ciclisti esperti.
Infine, dopo gli anni cinquanta, con la francese Simplex prima e ancora con Campagnolo poi, si passò ad un cambio della bici molto più simile concettualmente a quello in uso nei giorni nostri.
L’arrivo del deragliatore
Quindi il cambio posteriore (insieme al deragliatore anteriore nato subito dopo), rivoluzionò rapidamente la filosofia ciclistica e l’intero mercato delle biciclette, perché anche chi usava la bici per andare al lavoro o come mezzo di trasporto multiuso ha potuto ampliare notevolmente i propri orizzonti senza più lo spauracchio di una salita durante il tragitto.
C’è da dire però che in molte occasioni il cambio ha rappresentato più un intralcio che un vantaggio, soprattutto quando i possessori di bici non erano degli esperti o quando non avevano ricevuto un’adeguata informazione da parte del rivenditore o da una conoscenza più avvezza all’uso.
Non sono pochi i meccanici che, ancora oggi, ricevono biciclette in officine con richieste di rimozione del cambio e relativa trasmissione. Perché?
Proprio perché i non esperti, non disponendo di nozioni base per l’utilizzo del cambio, spesso lo hanno danneggiato anche in modo irreversibile.
Il cambio ci aiuta si in molti frangenti ma è anche vero che, in quanto dispositivo meccanico, necessita di accortezze nell’utilizzo e di attenzioni manutentive che non tutti sono disposti fornire. La situazione è migliorata nei paesi ad elevata ciclabilità con l’avvento dei cambi ad ingranaggi epicicloidali contenuti all’interno dei mozzi ma questa tecnologia fa molta fatica ad emergere nel nostro paese.
Le accortezze preliminari nell’usare il cambio della bici
Vediamo quindi quali accortezze bisogna avere quando si possiede una bicicletta dotata di cambio.
1. Alla base di tutto ci sta un’adeguata regolazione della tensione del cavo e dei registri di fine corsa.
Senza queste regolazioni di base il nostro cambio non funzionerà mai e rischierà di danneggiare tutta la trasmissione. Il setting iniziale è un’operazione non per tutti, ragion per cui è necessario farla effettuare da un meccanico qualificato.
2. Una seconda regola importante è quella di non effettuare mai nessuna cambiata da fermi in quanto il sistema di cambiata sfrutta il deragliamento della catena con gli organi di trasmissione in movimento. Agire sui comandi con la bici ferma causa uno stress del cambio e delle conseguenti difficoltà in partenza perché la catena non troverà una presa immediata e causerà una cambiata sotto sforzo.
3. Sono fortemente sconsigliati gli incroci di catena fra pignoni posteriori e corone anteriori per diversi motivi: in primis la catena è costretta a lavorare in modo gravoso in quanto si troverà su pignoni e corone agli estremi opposti (all’estrema sinistra davanti e contemporaneamente all’estrema destra dietro o viceversa) costringendo le singole maglie a lavorare al massimo angolo di piega consentito.
Come se non bastasse, utilizzando la corona più piccola davanti ed il pignone più piccolo dietro, la gabbia del cambio non è in grado di garantire una sufficiente tensione alla catena.
Viceversa, con la combinazione opposta, corona più grande e pignone più grande, la gabbia del cambio della bici viene tirata in posizione orizzontale oltre la sua capacità causando un rischio di rottura del cambio elevatissimo.
La diffusione dei sistemi di trasmissione “monocorona” per fortuna elimina del tutto il rischio di incrocio catena.
Sviscerate alcune nozioni a bici ferma, passiamo ad analizzare l’uso del cambio della bici durante l’utilizzo della nostra amata due ruote.
Come effettuare le cambiate
Il concetto più importante da capire è quello di immaginare un’analogia con i rapporti del cambio della nostra automobile. Esattamente come cerchiamo un rapporto più corto nelle partenze, nelle salite o per effettuare un sorpasso, dovremo cercare di avere un rapporto adeguato ad ogni esigenza semplicemente tenendo conto dei nostri “giri motore”.
Difatti non ci sogneremmo mai di affrontare una rampa in salita col cambio della nostra macchina in quarta o in quinta, i giri motore scenderebbero vistosamente e diminuirebbe la coppia motore in grado di dare sufficiente forza per sopravanzare.
In bici non è affatto diverso. Il nostro rapporto andrà alleggerito tutte le volte in cui ci accorgeremo che le nostre gambe faranno pochi giri e, di conseguenza, uno sforzo eccessivo per superare una pendenza superiore. Alcuni ciclocomputer dispongono del contapedalate che è l’equivalente del contagiri dell’auto ma con un po’ di pratica chiunque riesce a “sentire” quando le gambe necessitano di un rapporto più demoltiplicato.
Gli appassionati di corse avranno visto tante volte i propri idoli scattare sui pedali e nel mentre cambiare in successione i rapporti. Bene, questo tipo di operazione lasciamola ai professionisti che, in quanto tali, non devono preoccuparsi troppo delle sollecitazioni imposte alla propria trasmissione con le cambiate sotto sforzo.
NON effettuare cambiate sotto sforzo
Questa è un’altra regola importante del corretto uso del cambio della bici, in quanto la cambiata necessita che tutti gli organi di trasmissione siano in movimento ma non in trazione onde evitare uno stress ed un’usura eccessiva per la catena, i pignoni ed il cambio.
Inoltre, si rischia fortemente di non mandare in presa la catena con i denti dei pignoni rischiando rotture e cadute.
Noi comuni mortali acquistiamo le bici con notevoli sacrifici economici e quindi faremmo molto meglio a non imitare gli atleti di livello internazionale. Non ci costa nulla allentare la pressione sui pedali quando cambiamo rapporto per poi tornare a spingere a cambiata effettuata.
Naturalmente, è meglio scordarsi di cambiare rapporto quando siamo in piedi sui pedali.
Infine, per le bici che dispongono di cambio e deragliatore, è opportuno ricordare di non agire mai sui entrambi i comandi cambio per far sì che la catena si trovi sempre in presa su una corona o su un pignone durante la cambiata. Questo accorgimento evita possibili cadute della catena fuori dagli ingranaggi preposti.
Manutenzione del cambio
Il corretto uso del cambio della bici passa anche e soprattutto attraverso una corretta manutenzione.
La trasmissione della bicicletta è quasi sempre esposta alla sporcizia derivante dal fondo in cui si pedala, dagli agenti atmosferici e, non ultimo, dal grasso composto dal lubrificante misto a detriti.
Quindi sarà doveroso provvedere a mantenere gli organi di trasmissione perfettamente puliti e lubrificati.
Non basta una spruzzata d’olio ogni tanto se prima non effettuiamo un’accurata pulizia con solventi adeguati (ce ne sono in commercio di ottimi e biodegradabili) seguita da una lubrificazione attenta, che non investa solo la catena ma anche il parallelogramma del cambio e deragliatore e le pulegge all’interno della gabbia del cambio nelle quali si annida tantissima sporcizia.
Basta poco per godere al meglio dei vantaggi offerti dai moderni sistemi di cambiata e gustare appieno i percorsi che più ci piacciono.
Buona pedalata!