Dove fare cicloturismo in Italia
Quali sono le mete ideali per il cicloturismo in Italia nel 2022?
A giudicare dagli Oscar assegnati a Matera, sono l’Emilia Romagna, le Marche e la Valchiavenna.
Per la settima volta sul palco non sono saliti donne o uomini, ma percorsi. Ovvero paesaggi, attività all’aria aperta ed emozioni.
Il Green Road Award, conosciuto come l’Oscar italiano del cicloturismo ha 2 obbiettivi:
a) stimolare le amministrazioni a valorizzare i propri percorsi eccellenti,
b) promuovere gli investimenti nel cicloturismo come volano per una ripartenza in linea con le direttive del Green Deal europeo.
Sostenibilità, salute, inclusione sociale
Per i territori e, in particolare, i piccoli borghi, il turista in bicicletta è ad alto valore aggiunto: rispetta l’ambiente, si sposta frequentemente non concentrando la spesa su un’unica area, usufruisce dei servizi turistici e acquista prodotti enogastronomici.
Premiare le green road vuol dire premiare il sostegno al patrimonio locale, agli spostamenti non inquinanti, al miglioramento della qualità della vita di chi pratica il cicloturismo e delle popolazioni locali, attraverso la creazione di posti di lavoro nei luoghi dove l’occupazione è più carente.
Anche la maggior parte dei pacchetti offerti dai tour operator prevede la collaborazione con aziende locali. Perché il cicloturista è una persona che ama esplorare aree sconosciute in modo autentico.
Le aspettative del Ministro
Lo stesso Ministro del Turismo Massimo Garavaglia presente alla premiazione, ha detto:
“L’Italia è un Paese bellissimo e ha una potenzialità da sfruttare ancora in maniera migliore: quella del cicloturismo. In Germania il cicloturismo vale 20 miliardi di euro, in Italia solo cinque. Noi, pur avendo paesaggi fantastici e un clima fantastico che consente di andare in bicicletta tutto l’anno, abbiamo ancora la possibilità di sviluppare molto questo settore”
Gli sforzi da fare sono molti, a cominciare dalla qualità dell’asfalto e della segnaletica.
Dati del cicloturismo in Italia
Secondo la ricerca “Ecosistema della bicicletta” presentato da Banca Ifis, il numero degli italiani che praticano il cicloturismo che sono 8 milioni, circa il 16% della popolazione maggiorenne, in un’Italia che è il primo produttore di biciclette in Europa con oltre 3 milioni di pezzi (con una crescita del 7% rispetto al 2020), l’11% dei quali sono e-bike (+25%).
Proprio la diffusione dell’e-bike sta allargando la platea degli utenti.
Sono ormai ben 4.550 gli alberghi che offrono servizi ai ciclisti e circa 4.940 (circa il 38%) i tour operator e le agenzie che hanno un’offerta dedicata al cicloturismo.
Nei pacchetti di vacanza generici, i giorni destinati alla bicicletta sono 3,2 in media, al costo di € 115 al giorno.
Il cicloturismo ha retto meglio la crisi degli ultimi 2 anni e si prevede un trend positivo anche per il biennio 2022-23.
Fondamentali per lo sviluppo del cicloturismo sono i servizi: tra i più richiesti agli operatori vi sono noleggio della bicicletta, tour di gruppo, alloggio e copertura assicurativa.
Il cicloturismo in Italia può contare su circa 4.940 percorsi (tra ciclopedonali, ciclovie, e un 27% di ciclabili a uso esclusivo), per un totale di 90 mila km lungo tutta la penisola. La concentrazione maggiore dei percorsi è nel Nord Italia, che rappresenta quasi la metà delle scelte di soggiorno dei turisti italiani e stranieri, oltre il 30% nel solo Nord Est.
Dove osano i pirati
Ma torniamo alle mete per il cicloturismo del 2022.
Il primo posto è andato al Gran Tour Valle del Savio, Emilia Romagna.
Si tratta di un percorso ad anello di 172 km – in prevalenza asfaltati, su strade dismesse e su argini – lungo il fiume Savio e sulle colline dove si allenava Marco Pantani.
Il percorso tocca comuni ricchi di arte e storia come Cesena, Montiano, Mercato Saraceno, Sarsina, Bagno di Romagna e Verghereto. Ma attraversa anche l’imponente Parco delle Foreste Casentinesi.
I servizi per ciclisti e cicloturisti lungo il percorso sono ricchi e comprendono una segnaletica permanente, fontane, strutture ricettive e ciclofficine.
Un mare di colline
Strade di Marca, giro nel mare di colline delle Marche si è guadagnato il secondo posto.
Di nuovo un percorso circolare di 112,7 km, su strade asfaltate a bassa percorrenza, strade sterrate, argini e lungolago.
Coinvolge cinque vallate: e tocca i comuni di Cingoli, il “Balcone delle Marche”, Apiro, Treia, e Appignano.
Tutto intorno, un territorio ricco di tradizioni e artigianato, produzioni enogastronomiche, ma soprattutto un mare di colline, campi coltivati, boschi, piccole contrade, aziende agricole e la vegetazione tipica della bassa montagna marchigiana.
Borghi e cascate
Al terzo posto la Ciclabile Valchiavenna, in Lombardia.
Un percorso di fondovalle che congiunge il Lago di Como (parte da Colico) alla Val Bregaglia, sul confine svizzero. Corre lungo il lago di Mezzola e poi lungo il fiume della Mera, fino ad attraversare la città di Chiavenna e prosegue poi per il suggestivo borgo di Piuro con gli scavi archeologici e le spettacolari cascate dell’Acquafraggia.
È una ciclabile in sede propria di 42 Km principalmente su asfalto. Fa parte della rete Bicitalia n.17 “Ciclovia dell’Adda” ed è collegata al più famoso Sentiero Valtellina e alla Ciclabile del Lago di Como.
Tra i numerosi servizi, si segnalano i punti di interscambio con il trasporto pubblico, grazie alle stazioni dei treni e ai pullman con trasporto bici in servizio tra Chiavenna, passo dello Spluga e St. Moritz.
Menzione speciale alla Green Road delle Dolomiti, Provincia Autonoma di Trento
La menzione speciale della Giuria è andata a un percorso ciclopedonale di 57,7 km, quasi tutto in asfalto, in sede propria o su strade a basso scorrimento, in parte tracciato sul percorso della vecchia ferrovia Ora-Predazzo.
La ciclovia unisce la Val di Fiemme e la Val di Fassa, due delle valli Trentine con la maggiore vocazione turistica. A fare da cornice sono le Dolomiti, Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Il ciclista è guidato per tutta la lunghezza del percorso dal torrente Avisio, che nasce direttamente dal ghiacciaio della Marmolada.
La Ciclabile dell’Ofanto, Regione Puglia, ha ricevuto la menzione speciale di Legambiente
Si sviluppa a cavallo tra le province di Foggia e BAT (Barletta Andria Trani) all’interno del Parco Naturale Regionale del Fiume Ofanto. Comprende un percorso principale dal Vulture all’Adriatico e una diramazione lungo l’affluente principale, il Locone, che collega la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese.
Nel territorio è possibile percorrere in giornata itinerari ad anello, e itinerari tematici di più giorni (Dalla Pietra al Sale, La Via dei Normanni, Il Cammino dei Boschi Sacri), prevalentemente su asfalto e su strade a bassa percorrenza.
Ricca la connessione con altre ciclovie: EuroVelo 5, Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, Via Francigena, Ciclovia dei Borbone e Ciclovia Adriatica.
Personalmente ho fatto un piccolo tratto della ciclabile della Valchiavenna e la parte della Val di Fiemme della Green Road delle Dolomiti (qui il racconto).
E a te, quale ispira di più? O ne hai percorsa qualcuna e vuoi dirmi come è andata nei commenti?