Il drammatico impatto dell’inquinamento e il ruolo della bici
Sapevi che l’inquinamento può renderti debole e stupido?
In Immagina se Rob Hopkins ci informa di uno studio, basato su 30 anni di ricerche e che ha preso in esame 130 varietà di piante, che suggerisce che gli aumenti della CO2 previsti per la fine del secolo daranno luogo a un calo in media dell’8% dei nutrienti.
Questo perché con livelli più elevati di anidride carbonica, le piante fanno il pieno di carboidrati come il glucosio e assorbono meno elementi fondamentali come il potassio, il calcio, lo zinco, il ferro e le proteine.
Come se non bastasse, i ricercatori stimano che concentrazioni di 1000 parti per milione (ppm) di CO2 ridurranno la capacità cognitiva umana del 21%. Persino a quota 660 ppm fissata come obbiettivo per il 2100 dall’Accordo di Parigi sul clima comporterà comunque un declino del 15% delle nostre facoltà cognitive.
Ora, se conti che quest’anno si è segnato il record terrestre di 420 ppm, ti rendi conto che non manca molto a questi drammatici traguardi!
Le colpe dell’abuso dell’auto sull’inquinamento atmosferico
Il 30% di tutta la CO2 prodotta deriva dai trasporti. Di questo 30% il 72% è prodotto dal trasporto stradale.
Abbiamo già affrontato il tema dell’auto elettrica, ma la sostituzione 1 a 1 di un’auto a idrocarburi con una ad energia elettrica non produrrà nessun miracolo.
Il miracolo può accadere se l’utilizzo dell’auto privata verrà drasticamente ridotto.
Anche perché oltre alla CO2, il traffico produce altri inquinanti come PM10, PM2,5 e NO2. E molto dell’inquinamento è prodotto dai freni e dall’attrito degli pneumatici con l’asfalto, esattamente allo stesso modo da veicoli a motore a combustione o elettrico. E anzi in misura maggiore in questi ultimi, per via del maggiore peso.
Diversi tipi di inquinamento e possibili soluzioni
Per non parlare dell’inquinamento volumetrico!
Automobili di forme e colori dissonanti occupano una parte considerevole del nostro mondo (a Milano l’equivalente dei 5 maggiori parchi della città) e a loro sono dedicati la maggior parte degli spazi in città, per restare ferme, inutilizzate, il 98% del tempo!
Nelle aree più inquinate, un intervento concreto che si potrebbe attuare è quello di bilanciare le strade con una maggiore presenza di spazio pubblico verde. Le carreggiate potrebbero essere separate da alberi e cespugli, e la velocità dei veicoli deve essere ridotta, non solo per ridurre le emissioni, ma anche per aumentare la sicurezza delle nostre città.
Lo spazio dedicato ora ai veicoli a motore deve essere ridotto per fare spazio al verde urbano e a mezzi di trasporto più sostenibili: i nostri piedi, le biciclette e i mezzi pubblici.
Le perdite dovute all’inquinamento
La situazione è particolarmente drammatica in Italia, che detiene il primato tra i Paesi Europei per decessi dovuti al particolato sottile.
Secondo l’Air Quality Report 2019 dell’European Environment Agency (EEA), i morti precoci a causa del particolato sono stati in Italia 58600. L’aria che respiriamo è davvero veleno e ci vede ancora primi nel triste podio della classifica per morti da biossido di azoto (14.600) e secondi, dopo la Germania, per quelli causati dall’eccesso di particolato e ozono (3mila).
Le sole morti per inquinamento da particolato causano una perdita economica stimata in oltre 20 milioni di euro.
Un rapporto dell’Alleanza europea per la salute pubblica (Epha) dice che per morti premature, cure mediche, giornate lavorative perse e altre spese sanitarie, i 3 inquinanti atmosferici più pericolosi (particolato, ozono e biossido di azoto) costano a ogni italiano qualcosa come 1535 euro l’anno.
E se vivi in Pianura Padana, il costo dell’inquinamento sale per te oltre i 2000 mila euro l’anno, con la punta di 2800 euro per Milano.
È risaputo che la Pianura Padana è tra le aree più inquinate d’Europa e che all’Italia sono state comminate diverse sanzioni dalla Commissione Europea per il superamento dei livelli di inquinamento, in particolare per gli sforamenti dei livelli di PM10 e di NO2.
Si sbagliano coloro che usano l’auto nella convinzione che la loro salute sia maggiormente tutelata, rispetto a chi camminando o pedalando inala più profondamente. È anzi vero il contrario.
L’esperimento di Sheffield
Lo dice per esempio un piccolo esperimento inglese, durante il quale sono state monitorate 3 famiglie di Sheffield.
Una delle famiglie ha portato il figlio a scuola in auto, una a piedi e una in bici. E nei loro spostamenti hanno portato strumenti per monitorare il livello di inquinamento dell’aria.
Le 3 famiglie hanno seguito lo stesso percorso e, in tutti e 3 i casi, i limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) sono stati superati.
Ma secondo l’esperimento chi è andato in bici ha respirato il 28% di PM2,5 oltre il limite consigliato. Chi ha camminato il 40%. Mentre in auto sono stati respirati il 44% di PM2,5 in più rispetto al limite raccomandato dall’OMS.
Questo rende, secondo il test inglese, l’auto il peggior veicolo per salubrità dell’aria.
Questo è dovuto al fatto che l’aria presente nell’auto arriva dalla griglia posizionata nella parte anteriore, che è solitamente vicina ai tubi di scappamento dell’auto che la precede.
A giudicare dalle statistiche dei morti causati da fumo e da inquinamento, gli studiosi hanno stabilito che nel tragitto casa-scuola, alcuni bambini di Sheffield inalano inquinanti equivalenti a un pacchetto di sigarette alla settimana.
Per quanto riguarda poi il tema dell’attività fisica, è vero che chi svolge attività fisica in ambienti inquinati inala più profondamente e lascia penetrare più in profondità dentro il proprio organismo questi agenti esterni. Ma i vantaggi che l’esercizio produce superano gli svantaggi di una più profonda inalazione di agenti inquinanti.
La bici può fare molto contro l’inquinamento, sia per chi pedala, sia per tutti gli altri. Iscriviti alla newsletter per scoprirne tutti i benefici!