Giro d'Italia alla cieca. Viaggio in tandem per promuovere l'inclusività
“Il tandem è l’unione di 2 bici e di 2 anime”
Giusi Parisi è una persona non vedente che ha deciso di fare un viaggio in giro per l’Italia con il suo tandem per promuovere l’inclusività nelle associazioni sportive.
Nel corso della sua impresa incontrerà associazioni ed enti per portare alla luce molti temi legati alla socialità.
Ho intervistato lei e una delle persone che guideranno il tandem durante il viaggio, Chiara Ozino.
Puoi leggere sotto il resoconto della chiacchierata, oppure ascoltare il podcast!
Viaggio in tandem “alla cieca”
Bfg: Ciao a tutte, ciao a tutti. Questa sera sono con noi Giusy e Chiara, perché stanno per compiere, Giusy in particolare, un viaggio in giro per l’Italia.
E già non è una cosa banale, non è una cosa da tutti, in più Il viaggio sarà compiuto in tandem perché Giusy è una persona non vedente.
Tanto è vero che il viaggio si chiama Italia in tandem “alla cieca”
Che significato ha questo questo viaggio? Che sapore ha? Ve lo chiedo in virtù del titolo che è molto autoironico. Con che con che emozioni con che aspettative state per partire?
Giusi: Ciao a tutti intanto. Bella domanda! L’ho chiamato in questo modo l’Italia in tandem “alla cieca” per autoironia ma anche perché effettivamente mi sto muovendo un po’ alla cieca. Nel senso che per me è il primo viaggio così lungo che organizzo ed è la prima volta che mi cimento in nella creazione di un itinerario e anche nel contattare associazioni, enti, istituzioni o addirittura fare interviste parlare al pubblico per me è abbastanza tutto nuovo.
Mi piace viaggiare, mi piace la bici, mi piace il tandem l’ho riscoperto un paio d’anni fa.
Per rispondere Invece alla tua domanda sulle aspettative non mi sono creata aspettative altissime No perché tendo a non farlo per evitare probabilmente di avere delusioni. Però quello che mi aspetto sono sicuramente incontri con belle persone mi aspetto dell’energia positiva da questo viaggio.
Chiara: Il viaggio è incentrato soprattutto sul concetto dell’inclusione.
Nonostante per fortuna in questi ultimi tempi se ne parli di più, è ancora un argomento in secondo piano e anche nell’ambito sportivo sono poche le associazioni che cominciano ad aprirsi ai disabili nelle loro attività, al punto che alcune persone hanno dovuto farsi le proprie associazioni per disabili che includono anche i normodotati!
I normodotati non sempre includono i disabili e quindi noi vogliamo anche scardinare questo status quo e quindi abbiamo programmato tanti incontri con enti, associazioni, eccetera, proprio per smuovere proprio a livello Italia questo mondo, partendo anche semplicemente dall’utilizzo di un tandem che permette di far pedalare due persone
I numeri le tappe del viaggio in tandem
Bfg: il viaggio partirà martedì 19 da Milano. Quanto durerà, che tappe farete? Ci date un po’ di numeri?
Giusi: il viaggio durerà 40 giorni compresi i giorni di riposo. Le tappe saranno di 35 mi pare. Partendo da Milano percorreremo la AIDA fino a Udine passando per Brescia, Verona, Venezia, Treviso, Pordenone.
Quindi arriveremo fino a Trieste e prima deviamo verso Gorizia dove abbiamo già un’iniziativa in programma. Da Trieste scenderemo giù lungo la costa e arriveremo fino a Padova. Quindi devieremo nell’entroterra, faremo Rovigo, Ferrara, Bologna, per seguire gli incontri programmati.
Da Bologna ci spostiamo verso Ravenna e poi giù lungo le Marche l’Abruzzo e la Puglia fino a Lecce.
A Padova abbiamo organizzato una pedalata proprio in città ci saranno probabilmente più di sei tandem. Uno degli obiettivi è proprio tirare fuori questi tandem che sono a prendere muffa negli scantinati e leggendo la mia iniziativa il gruppo sportivo di Padova mi ha contattato per ridare vita attiva ai tandem.
Chiara: Quindi al nostro viaggio, giusto perché non pedalavamo abbastanza, abbiamo accettato di aggiungere una pedalatina in loco anche nei dintorni di Padova!
Giusi: Tra l’altro la provincia di Padova ha voluto a tutti i costi darci il patrocinio e infatti faremo anche un incontro al Palazzo della Provincia.
Altra iniziativa importante nella tappa successiva a Rovigo, anche lì con FIAB e la UISP abbiamo organizzato una breve pedalata in città e un incontro con la cittadinanza. Altre cose sono in via di definizione.
Bfg: Anche la FIAB ha dato il suo patrocinio.
Giusi: Sì e io ho contattato tutte le FAB lungo il nostro tragitto e la maggior parte di queste ci accoglierà.
Bfg: Quanti chilometri sono in totale?
Giusi: 1850
Gli obbiettivi del viaggio
Bfg: Avete parlato già dell’obiettivo principale del viaggio, quello di stimolare le altre associazioni a essere un po’ più inclusive. Però ho letto che hai scritto un elenco delle cose che vuoi portare con te che e che non sono cose materiali. In realtà sono un po’ gli obiettivi del viaggio in tandem. Ce ne vuole dire a qualcun altro?
Giusi: Sicuramente sensibilizzare al binomio sport-inclusione, ma anche abbattere le barriere culturali che ci sono nei confronti di persone con disabilità.
A volte noi veniamo visti un po’ come come fuori da fuori dal mondo comune.
Chiara: Ci sembrano persone che devono essere tenute sotto la campana di vetro, perché è più fragili, più delicate. Invece sono delle forze della natura che bagnano il naso a dei normodotati da divano. Per cui questo deve servire di stimolo sia per altri disabili, magari un po’ più timorosi, e anche per noi normodotati è un arricchimento incredibile.
Anche per me che conosco Giusy da relativamente poco, è un insegnamento anche per noi normodotati che è i limiti sono nella mente, prima che nel corpo. E non ci sono davvero delle grosse differenze tra un disabile e un normodotato, se non nella pratica, ma si può affrontare tutto e superare con successo. Certo a volte con degli accorgimenti a cui noi non avremmo mai pensato.
Però non c’è limite: Giusy fa subacquea, speleologia, arrampicata, baseball… Ne fa di tutti i colori!
Giusi: in realtà non per forza tutti devono essere così, vorremmo semplicemente far capire che siamo nello stesso e anche nel nostro caso ci sono le varie tipologie umane. Noi apparteniamo tutti allo stesso mondo e vorremmo che fosse davvero inclusivo e non solo sulla carta. Semplicemente adatto a tutti.
Il tandem si presta bene proprio come simbolo oltre che mezzo di trasporto per dare questo messaggio.
Il tandem come simbolo di condivisione
Bfg: il tandem unisce fisicamente.
Chiara: Esatto, unisce perché anche perché si crea un lavoro di squadra.
Giusi: Esatto! Non è chi guida che porta a spasso qualcuno e proprio una condivisione. Se io faccio un giro lo faccio come un normale ciclista e condivido le salite, le discese, i momenti adrenalinici… Ma anche gli ambienti che ci circondano, la natura che noi percepiamo tranquillamente, non vedo ma la percepisco in altri modi e quindi ho le stesse identiche soddisfazioni se vuoi di un comune ciclista.
Chiara: Il tandem non è solo un mezzo per per persone con disabilità, ma può spronare chi per esempio ha paura di viaggiare da solo, o far avvicinare anche le donne al mondo del cicloturismo. Magari hanno paura di viaggiare da sole e il tandem può essere un ottimo mezzo per iniziare con un’amica. E in due e anche più facile pedalare anche se è vero che anche il tandem pesa un po’ di più, però ci sono quattro gambe che lo spingono. Il tandem è più socializzante.
Bfg: l’unica esperienza che ho provato però per poche centinaia di metri per andare in spiaggia la bicici che mio papà ha comprato per portarsi dietro mia mamma che non è tanto sicura. Che accortezze bisogna avere per per guidare un tandem? Si fa più fatica in salita? È difficile trovare l’affiatamento?
Giusi: Bisogna prenderci la mano. Per esempio nelle partenze può essere un pochino più difficile coordinarsi, capire come sta partendo chi guida.
Chiara: Ci si aiuta per esempio dicendo: “Tre, due, uno, via”
Giusi: l’importante è sempre comunicare. La comunicazione scioglie piano piano questa difficoltà iniziale.
In salita dipende semplicemente dall’allenamento di entrambi. Può darsi che magari ci sia qualcuno che spinge al 60% e qualcuno al 40%
Cosa portare in un viaggio in tandem
Bfg: dal punto di vista materiale invece cosa cosa vi portate dietro? Ci avete già pensato? Come saranno allestite le borse?
Giusi: Essendo in due dobbiamo portarci un po’ di borse e quindi ho pensato di allestirla con due borse laterali da portapacchi posteriore e due sul portapacchi anteriore. Più una borsa un po’ più grande che metto sulla sul portapacchi posteriore perché preferisco mettere un po’ più peso dietro piuttosto che davanti.
Porteremo l’essenziale:
- un cambio di roba tecnica,
- l’abbigliamento necessario per eventuali piogge,
- un paio di scarpe di ricambio che forse sono un bel peso in più però appunto anche lì in caso di grosse piogge Insomma abbiamo delle scarpe di ricambio
- un cambio civile o al massimo 2 e
- chiaramente l’attrezzatura meccanica sperando di averne persona meno possibile: le classiche camere d’aria, smagliacatena, multitool, cacciagomme
Chiara: Questo ovviamente Giusi che è la meccanica perché io non so far niente, neanche cambiare una gomma bucata.
Giusi: Adesso per esempio la maglia sporca di grasso perché ero giù in cantina a sistemare il tandem. Ho fatto dei corsi di ciclomeccanica e con buoni risultati direi e quindi mi sporco volentieri le mani.
Bfg: ho capito Giusy che tu sei una persona molto sportiva chiedo quindi a Chiara come è nata la sua passione per la bicicletta.
Chiara: la bici io già la utilizzavo prima, tanti anni fa facevo mountain bike e poi l’ho un po’ abbandonata. E poi devo dire che grazie al Covid ho ripreso a usarla e a usarla anche in città proprio come mezzo di trasporto. Ormai di giorno, di sera… Fortunatamente sono sempre rimasta in piedi.
Poi circa un anno e mezzo fa su Facebook per caso Giusy ha messo un post in cui diceva che aveva appena comprato un tandem e cercava qualcuno che fosse disponibile a pedalare con lei.
Io sono tra quelli che ha risposto. Ho detto non avevo mai guidato un tandem e mai avuto esperienze con non vedenti, ma le nuove esperienze mi attirano.
E così ci siamo conosciute e quindi oltre a diventare grandi amiche adesso ci muoviamo sempre col tandem al punto che la mia bici singola è lì che piange in cantina. Si sente un po’ sola e abbandonata.
Il tandem è una bella esperienza anche molto sociale rispetto alla bici singola.
Progetto Ragazze in tandem
Bfg: A proposito di socialità, Italia in tandem alla cieca è un progetto di un gruppo di cinque ragazze che si chiama appunto Ragazze in tandem. Chi sono le altre tre componenti? Come si è formato il gruppo?
Chiara: In realtà il viaggio è composto da noi due e poi in realtà Giusy per tutto il viaggio mentre alla guida del tandem ci alterneremo in tre, perché noi dobbiamo un po’ più fare i conti con le ferie residue.
Le altre ragazze fanno parte del progetto Ragazze in tandem ed è un progetto di più ampio raggio.
Il viaggio in Italia è solo uno dei progetti che abbiamo in mente e delle cose che già abbiamo fatto. Per esempio proprio una settimana prima di partire per il Giro d’Italia, Laura e Giulia che faranno un cicloviaggio di cinque giorni dalla Liguria alla Toscana. E poi organizziamo anche eventi in bicicletta anche in collaborazione con altri gruppi come Ciclofficina nascosta di Milano, con Angelo e Ilaria che sono sempre carinissimi e disponibili e molto energetici anche loro e contagiosi.
Giusi: E questo è uno degli altri obiettivi, cioè creare sinergie. E si creano veramente delle belle situazioni come atmosfera. Creare proprio rete, perché in realtà noi due siamo qui a Milano, le altre altre due ragazze sono in Toscana, a Firenze, e un’altra ragazza invece a Venezia, quindi siamo un po’ sparse in giro per l’Italia.
Chiara: E questo può essere un vantaggio e uno svantaggio. Uno svantaggio nel senso che insieme diventa difficile pedalare, però un vantaggio perché più distribuite sul territorio possiamo organizzare eventi diversi, coinvolgere un target più vasto nelle varie regioni.
Giusi: È difficile farlo capire sui nostri social perché giustamente la gente si confonde e non si capisce più se siamo in cinque a partire, se siamo in due…
Bfg: Dopo questo viaggio le persone impareranno a conoscervi e magari si allargherà anche il gruppo di queste cinque ragazze
Chiara: Sì perché noi tra l’altro siamo tutte donne e puntiamo all’inclusione anche delle donne, nell’avvicinarle all’ambito del cicloturismo. Ma questo non vuol dire che escludiamo gli uomini ovviamente. Semplicemente le donne a volte hanno bisogno di una spintarella in più.
Tra l’altro [spoiler!] in primavera prevediamo di fare l’altra parte dell’Italia, stavolta da Reggio Calabria a Milano, passando per il Piemonte. Però ovviamente questo ancora tutto da definire intanto dobbiamo vedere come e se sopravviviamo a questa prima parte di giro d’Italia
Giusi: Ho già scelto le date la data di partenza che è il 9 aprile e prevedo di rientrare il 26 maggio, anche se chiaramente non ho ancora buttato giù l’itinerario della seconda parte.
Raccolta fondi
Bfg: Un passo alla volta, anzi un colpo di pedale alla volta!
Una cosa molto importante: voi state raccogliendo dei fondi per sostenere le spese di questo viaggio. Come si fa a contribuire?
Giusi: la raccolta fondi l’abbiamo creata su Eppela e tra l’altro ci sono anche delle ricompense a tema ciclistico e non solo.
Chiara: E poi ci sono altri due modi per contribuire forse un po’ più semplice alla portata di tutti che sono PayPal all’indirizzo appunto di Giusy ParisiGiusy11@gmail.com
Oppure il classico bonifico intestato a Chiara Ozino iban IT18I0100503246100082367263
Poi ovviamente in realtà chi vuole per esempio può contribuire offrendoci ospitalità, oppure con materiale tecnico o in qualunque altro modo riesca. Con abbigliamento, borse, meccanica e chiaramente facendo conoscere il nostro progetto. La condivisione è sempre gradita.
Bfg: Io spero che in tanti accolgano questo invito. Vi ringrazio molto per il tempo che ci avete dedicato. E ci teniamo in contatto anche durante il viaggio.
Chiara: Posteremo sui sui social su Facebook e su Instagram degli aggiornamenti e ovviamente quindi il pedaleremo incontreremo e posteremo speriamo di farcela fare tutto.
Giusi: anche Instagram e i social ragazzi li gestisco io quindi se vedete qualcosa di strano abbiate pazienza, perché qualche limite effettivamente con i social ce lo posso avere.
Chiara: Anche i social li gestisce lei. Io pedalo e basta. Insomma, Cieca 1 – Normo 0
Bfg: Magari ci sentiamo per un’altra intervista alla fine del viaggio ci raccontate come è andata.
Giusi: Volentieri!
Il 19 partiamo da Cascina nascosta all’interno del Parco Sempione. Quindi chi ha voglia alle 11 di mattina può venire a salutarci o addirittura fare un pezzo di strada con noi se ha voglia di pedalare,
Chiara: Ah sì, perché anche lungo il viaggio in Italia non abbiamo precisato che chi vuole si può unire per un tratto e pedalare con noi!