Giro delle Fiandre lockdown edition. 5 considerazioni
Ieri si è corso il Giro delle Fiandre “lockdown edition”. È stata una giornata storica per il ciclismo?
Nel giorno in cui si sarebbe dovuta svolgere la Classica Monumento reale, in tempi di pandemia da Coronavirus, si è svolta l'”edizione quarantena” della Ronde van Vlaanderen, una delle gare in linea di ciclismo più prestigiose al mondo.
L’edizione 2020 del Giro delle Fiandre è stata virtuale e organizzata da un software simulatore di ciclismo. La corsa ha visto la partecipazione di solo 13 atleti superselezionati, tra i quali l’unico italiano è stato Alberto Bettiol, vincitore dell’ultima edizione.
I ciclisti dovevano percorrere gli ultimi 31 km della classica e il vincitore ha impiegato 43 minuti circa a completare la gara.
Non sono esperto di ciclismo sportivo, ma da appassionato di gare ciclistiche vorrei fare qualche considerazione su questo evento che non si può non reputare come un epocale segno dei tempi.
1. Le corse ciclistiche senza commento sono noiose, quelle virtuali lo sono ancora di più.
2. Il plus di vedere una gara su YouTube, specie se virtuale, dove quindi l’immagine non è molto accattivante, è di poter saltare alcune parti e vedere solo quelle con l’azione, gli scatti, le volate, eccetera. Per questo non ti dirò chi ha vinto la gara.
3. Le webcam inquadravano gli atleti reali nel loro sforzo. Ma ai ciclisti immersi nel loro sudore perché pedalano sui rulli e non all’aria aperta, preferisco i ciclisti bagnati dalla pioggia.
4. L’immagine composita che fa vedere da una parte l’azione dei ciclisti virtuali e dall’altra la strada reale che il software sta riproducendo fa male al cuore. La realtà virtuale dovrà fare passi avanti per non traslare il grigio terrore delle salite e i ciottoli del Fiandre in un paesaggio in cui una strada statale attraversa e deturpa giardini in fiore.
5. Una Classica Monumento che dura meno di un’ora… non è evidentemente né una classica, né un monumento, ma si sa che sui rulli non bisogna esagerare con la durata dell’allenamento.
Forse sono osservazioni banali e un po’ cavillose. D’altra parte, come si fa a paragonare un evento live a uno simulato? Anche se lo sforzo atletico c’è, e anche se tra il Giro delle Fiandre vero e un Giro delle Fiandre al simulatore, c’è meno differenza che tra la finale di Champions e una partita alla Play, l’aspettativa non può essere la stessa. E poi in tempi di Coronavirus, dobbiamo forse ringraziare che esista anche solo la possibilità di uno spettacolo, seppure un pochino posticcio, come questo.
Forse. Ma guarderei più volentieri sfide da fiera dove alcune cyclette spingono meccanicamente ciclisti in miniatura su una pista giocattolo.
Forse questo tipo di ciclismo al simulatore, se ciclismo si può chiamare, attirerà un diverso tipo di pubblico e perderà parte del pubblico attuale. Ma per quanto mi riguarda, la prossima gara virtuale, non credo che la guarderò. Tu?
Fammi sapere cose ne pensi nei commenti.