Giro in bicicletta lungo Martesana, Adda e Brembo: 3 cose che ho imparato organizzandolo
Il giro in bicicletta non si è rivelato semplice come l’avevamo creduto, anche per questo motivo è stato “hackerato”
e il gruppo di ciclisti che si è formato in seguito alla chiamata di Bike for good ha “democraticamente” scelto di dirottarlo.
Questo è il racconto di una calda giornata in bici lungo Naviglio Martesana, Adda e Brembo
Come primo giro in bici proposto da Bike for good (il sito Bikeforgood.it sarebbe nato mesi dopo) avrei voluto proporre un percorso gravel/mtb da Cernusco sul Naviglio a Bergamo con ascesa finale al colle di San Vigilio, per chi se la fosse sentita.
Dopo una contrattazione con il mio socio, abbiamo deciso di proporre un giro più lungo e più vario, ma che comunque includeva non solo una (come nel giro da me ipotizzato), ma entrambe le sponde del fiume Brembo.
Preparo una grafica accattivante e, anche se mancano due soli giorni alla data scelta per il tour, diffondo l’evento su facebook.
Fomazione del gruppo per il giro in bicicletta
Alla chiamata rispondono alcuni ciclisti del gruppo Pedaliamo in Brianza. Sappiamo che è gente tosta, sportivoni che vanno più di noi, ma non ci lasciamo intimorire. Penso che sarà comunque il NOSTRO giro e che se hanno scelto di venirci staranno ai nostri ritmi. Se non lo faranno, allora faremo del nostro meglio per stare alla loro ruota o saremo liberi di andare ognuno alla propria velocità.
Quanto mi sbagliavo!
Si parte puntuali dal luogo dell’appuntamento fissato, la stazione della metropolitana di Cernusco. Percorriamo la ciclabile del naviglio Martesana fino a Groppello. Nei pressi della Ruota, dopo 17 km facilissimi e percorsi a ritmi rilassati, facciamo il primo rifornimento d’acqua. La giornata è calda.
Percorriamo la ciclabile sterrata tra Naviglio e Adda fino a Trezzo.
Ricorrono i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci che soggiornò per diverso tempo da queste parti, progettò chiuse e il traghetto di Imbersago. A Vaprio incrociamo un tour a piedi guidato da un personaggio in costume, nel quale è facile riconoscere il genio rinascimentale.
A Concesa, su una stretta e spettacolare passerella ricoperta da assi di legno malconce, passiamo dall’altra parte dell’Adda. Attraversiamo l’ex villaggio industriale di Crespi d’Adda, patrimonio dell’UNESCO e poi imbocchiamo un divertente single track nel boschetto.
Dopo alcuni altri km con tratti sterrati e asfaltati, raggiungiamo il Brembo. Qui incontriamo altri facili sentierini, piste sterrate e tratti di asfalto finchè scendendo dei gradoni finiamo in quello che sembra un letto di fiume in secca.
Il percorso si fa più duro
Qui i sentieri in terra battuta si alternano a tratti su fondo sassoso. I grossi ciottoli arrotondati dall’acqua del fiume ci mettono in difficoltà, specie quelli di noi che hanno bici da gravel con forcella rigida.
Ma il peggio deve ancora arrivare.
Più avanti penetriamo una GIUNGLA. Il sentiero accidentato è stretto nella morsa di alti arbusti che permettono a malapena il nostro passaggio e frustano con i loro rami spinosi le nostre braccia, le nostre gambe. E anche il nostro viso.
In un tratto in discesa non riesco a schivare un ramo con la testa e per diversi giorni ne porterò il ricordo sotto forma di un sottile graffio lungo tutta la fronte.
Arriviamo a Ponte San Pietro e ci fermiamo in un bar per bere qualcosa. Mentre siamo seduti al tavolino si consuma il sabotaggio.
- Qualcuno suggerisce di puntare verso Brivio, sul fiume Adda, invece di tornare indietro dall’altra sponda del Brembo.
- Qualcuno accetta perché conosce un posto dove mangiare a Brivio.
- Qualcuno accetta perché teme che il piccolo guado che dovremo fare al ritorno sia impraticabile vista la piena dell’Adda che ha coperto, all’altezza di Vaprio, la sponda che avremmo dovuto percorrere.
- Qualcuno accetta perché stanco dei sassi e soprattutto delle frustate che ha ricevuto dai rovi. Quella persona insulterà poi scherzosamente il mio socio, l’unico ad avere una maglietta a maniche lunghe e non essersi graffiato le braccia.
Percorriamo provinciali, alcuni tratti sono molto trafficati e questo mi destabilizza. Non mi piace guidare la bici in mezzo alle auto e stare più attento a chi arriva da dietro a CLACSON SPIANATO piuttosto che guardare la strada davanti a me.
Il giro in bici ha preso una direzione inaspettata
Sono un po’ demoralizzato, e penso che sarebbe stato meglio proseguire secondo l’idea iniziale del giro. Mi offrono gel e barrette, ma rispondo che non sono stanco, solo un po’ demotivato e che quella è la mia andatura. È la verità.
Inizio a pensare che la prima proposta di tour di Bike for good stia fallendo. Il giro, già frutto di un compromesso, è stato “hackerato”, le mie esigenze di sperimentare un tour organizzato disattese. Se ci fosse stato qualcuno, oltre al sottoscritto, con aspettative sul percorso e sul chilometraggio sarebbe rimasto deluso.
Mentre pedalo, cerco di mettere in pratica la meditazione in movimento che vorrei insegnare agli altri e trovo la forza di trasformare i pensieri negativi in lezioni da imparare.
Raggiunta Brivio, iniziamo a tornare verso casa lungo la ciclabile dell’Adda. Lontano dalle automobili il mio morale migliora. Il percorso è facile e in leggera discesa. Ci fermiamo per un panino e poi per un altro caffè a Trezzo.
L’acqua che turbina e si schianta contro le dighe sull’Adda, strapieno, offrono una splendido spettacolo di forza.
Da Groppello riprendiamo la pista ciclabile del Naviglio Martesana che porta fino a Milano e arriviamo a Cernusco con un distacco di vari minuti dai primi.
3 cose che ho imparato da questo giro in bicicletta
Invece dei 90 km preventivati ne abbiamo percorsi 107 e la media oraria è stata più alta di quella per noi abituale. Io e il mio socio siamo stanchissimi ma contenti, perché è stata una sfida che ha sicuramente migliorato le nostre capacità di resistenza.
Dopo una doccia, una lavatrice e un sonnellino sul divano, è tempo di mettere ordine nelle cose che ho imparato dall’esperienza del primo tour di Bike for good: sono consigli che chiunque voglia proporsi come tour leader o accompagnatore in bicicletta deve tenere a mente.
- Fai una ricognizione accurata del percorso.
È una conferma più che una novità, ma sarà più difficile dimenticarsene dopo questa giornata. Nei giorni immediatamente prima di effettuare il giro in bicicletta proposto, è fondamentale eseguire una ricognizione completa del tracciato per evitare sorprese e saper descrivere minuziosamente le caratteristiche del percorso a chi ha intenzione di partecipare al giro. In questo modo avremmo capito che i sentieri lungo la sponda destra del Brembo è meglio farli d’inverno, quando la vegetazione è scarsa e si evita di scorticarsi gambe e braccia. - Abbi chiaro in testa a chi è rivolto il tour e chi saranno i partecipanti.
I tour proposti non possono essere il frutto di un compromesso, ma essere basati su scelte razionali e rispondere a certi requisiti: a chi proporremo il giro? Quali esigenze e bisogni ha il fruitore dell’esperienza proposta? - Forinsci il più informazioni possibili su come avverrà il giro in bicicletta.
Oltre a fornire tutte le indicazioni su percorso, distanze, difficoltà, stabilisci anche un’andatura in modo tale che avvenga una preselezione dei partecipanti e chi non si senta all’altezza scelga un’altra escursione, mentre chi vuole correre di più sia avvertito che dovrà regolare la propria andatura o al limite aspettare il resto del gruppo nei punti di incontro prestabiliti.
È passato del tempo dal giro in bicicletta che ti ho raccontato. Ora siamo più saggi e abbiamo imparato dai nostri errori e se vuoi vedere quali giri in bici possiamo organizzare per te, puoi visitare la sezione tour.
Spero che il racconto ti sia piaciuto e per ringraziarti di averlo letto fino in fondo, hai la possibilità di scaricare la traccia del giro in cambio di un like sulla nostra pagina facebook e un follow al nostro profilo instagram.