Il capolavoro di Damiano Caruso al Giro d'Italia 2021
Il gesto di Damiano Caruso rimarrà negli annali del ciclismo?
Archiviato il Giro d’Italia 2021, con la vittoria del colombiano Egan Bernal, ciò che mi resterà impresso nella memoria di ciclista praticante e di tecnico sarà un’istantanea: Damiano Caruso, favoloso secondo in classifica generale, che poggia la mano sulla spalla del compagno di squadra Pello Bilbao.
Pello Bilbao, stremato dopo chilometri di fuga scortando il neo capitano Damiano Caruso, finisce ogni energia lasciando strada al compagno di squadra.
In quel momento milioni di persone, che hanno seguito il Giro d’Italia da diversi paesi del mondo, hanno avuto l’onore di ammirare un gesto che resterà negli annali del ciclismo.
Proprio in quell’istante, Damiano Caruso, nonostante ricevesse il testimone per completare la sua opera più bella (una prestigiosa vittoria al Giro d’Italia) e quindi in piena concentrazione e sforzo (ma anche con la paura di non farcela, diciamolo), ha avuto la capacità, il garbo e l’empatia necessaria per dare una pacca sulla spalla del fido scudiero per ringraziarlo dell’immenso lavoro svolto.
Forse per molti non è niente di che ma vi assicuro che non è affatto così.
Damiano Caruso e il volto umano dello sport
In un mondo iper specializzato, dove tutto è portato all’esasperazione ed alla ricerca del risultato, lo sport ha subito delle evoluzioni che spesso hanno portato a delle involuzioni inversamente proporzionali sul piano etico, dell’educazione, dei valori e, non ultimo, degli esempi che gli atleti rappresentano per le nuove generazioni.
Ecco, Damiano Caruso in questi 21 giorni ha in parte ristabilito l’equilibrio fra tutte le meravigliose componenti su cui si fonda lo sport.
Il forte atleta ragusano è da tempo apprezzato in gruppo da colleghi ed addetti ai lavori per il suo stile sempre esemplare ed impeccabile ma forse, finalmente, ha avuto l’opportunità di sdoganarlo a livello internazionale come modello da imitare.
Damiano Caruso operaio del pedale
Caruso è un atleta sempre lontano dai riflettori che, nonostante le indubbie qualità, ha sempre preferito ruoli da “operaio” del pedale dando un contributo determinante ed incisivo ai diversi capitani avuti nelle diverse squadre in cui ha militato nella sua lunga carriera.
Le squadre professionistiche hanno sempre fatto a gara per averlo fra le loro fila e qualche capitano, prima di cambiare casacca, ha imposto anche l’ingaggio di Caruso per poter apporre la propria firma al nuovo contratto d’ingaggio.
Nel Giro d’Italia appena conclusosi, dopo il terribile incidente a Mikel Landa (costretto al ritiro per le lesioni riportate), ha avuto l’opportunità e la necessità di sobbarcarsi il lavoro del capitano della Bahrein Victorious ed esprimersi al massimo delle sue capacità, dimostrando, in primis a se stesso, di poter quindi ambire costantemente a tale ruolo in una grande corsa a tappe di tre settimane.
Valori da insegnare nelle scuole
Damiano Caruso ci insegna che, anche nella chiacchierata era del “Marginal Gain” e dell’approccio scientifico, ci può essere spazio per i valori insiti nella pratica sportiva, ci può essere ancora spazio per lo sport d’esempio.
Ecco perché vorrei che l’immagine della “pacca sulla spalla” non solo facesse il giro del mondo, nelle scuole dello sport e nei luoghi in cui si insegnano tutti gli sport, ma vorrei altresì che costituisse una memoria storica dello sport. Un patrimonio da tramandare da oggi in avanti, affinché possa rappresentare uno strumento d’insegnamento.
Coppi e Bartali. Caruso e Bilbao
Vorrei quindi che l’immagine di Damiano Caruso e Pello Bilbao d’ora in poi venisse accostata ad un’altra foto storica, scattata il 4 luglio 1952, ed intrisa di significati e cioè a quella del famoso passaggio della borraccia fra Fausto Coppi e Gino Bartali.
Due foto che appartengono ad ere sportive fra le quali intercorre una distanza siderale, ma che hanno un denominatore comune che deve essere necessariamente trasmesso quando di parla di sport alle nuove generazioni, che ad esso si approcciano.