La bici come simbolo di identità nel film Tulipani
Tra simbolo di identità e stereotipo, nel film Tulipani un’originale definizione di bicicletta.
Nel secondo capitolo della rubrica #BiCinema voglio parlarti di un film italo-olandese.
Nel film Tulipani: Amore, onore e una bicicletta (Tulipani: Liefde, eer en een fiets, di Mike van Diem, 2017) la bicicletta è simbolo di identità, personale e nazionale.
Tra film drammatico e commedia con contorni grotteschi
In questa dramedy, o commedia amara dai toni a volte grotteschi, si racconta la storia di un olandese, Gauke, che dopo la tremenda alluvione del 1953 lascia la sua terra, perché stanco di “avere i calzini bagnati”.
Dall’alluvione ha portato in salvo la “cosa più importante“: la sua bicicletta, dono del padre.
Tutto il contrario della scatto fisso del primo film di cui ti ho parlato. Questa è una classicissima city bike nera, che si pedala in posizione estremamente eretta, e con il freno a contropedale, come d’uso nell’umido dei Paesi del Nord Europa.
Prima di partire, Gauke ha giusto il tempo di innamorarsi, ricambiato, da una giovane donna che “impalma” senza conoscerne il nome.
Un cicloviaggio epico
E la bici sarà il mezzo di trasporto che lo conduce del tutto casualmente in un piccolo paesino pugliese, dove si ferma solo perché stremato.
Un viaggio epico, compiuto in soli 5 giorni!
Lo stupore dell’ispettore Catarella è anche il nostro. Difficile che il pur baldo giovane abbia percorso 2 mila km e valicato le Alpi con una bici dell’anteguerra in 5 giorni.
L’ispettore Catarella, sì, perché il racconto si svolge su tre piani temporali:
- il 1953, quando Gauke lascia l’Olanda per trasferirsi in Puglia;
- l’arrivo in paese di sua figlia Anna, 30 anni dopo;
- il racconto che Anna e i suoi ospiti, vecchi amici del padre, fanno all’ispettore Catarella (Giancarlo Giannini) degli avvenimenti degli ultimi giorni, per scagionarsi dell’accusa di omicidio.
Stereotipi in gioco
Ma torniamo alla bicicletta, che come dicevo è simbolo di identità, di forza e di eroismo, ma anche uno stereotipo.
Nel campionato dello stereotipo di Tulipani: Amore, onore e una bicicletta, l’Olanda schiera:
- Zoccoli di legno
- Mulini a vento
- Tulipani
- Una bicicletta (ovviamente)!
L’Italia scende in campo con:
- Paesini arroccati, baciati dal sole, con case e strade di pietra
- Urla e concitazione
- Pasta al pomodoro
- Mafia
Rappresentazioni cristologiche scherzose
Biondo, con la barba, trasandato e con una croce in spalla, quando si presenta per la prima volta in paese, Gauke viene scambiato per Gesù.
La croce non è altro che il cartello “vendesi” posizionato dal fabbro del paese (Giorgio Pasotti) davanti a un suo trullo malconcio, che Gauke acquisterà dopo lunga trattativa all’ultimo “gessetto”.
E se Gauke ricorda Gesù, la sua donna sarà raffigurata come “Madonna con bambino” quando finalmente lo verrà a trovare con il frutto di quel loro amore fugace.
Solo allora Gauke scoprirà il nome della sua amata e un’altra particolarità di lei che non ti svelo.
Per non parlare della scena in cui Gauke si immagina di entrare in Paese abbracciato alla futura moglie, con schiere festanti di paesani che sventolano fazzoletti bianchi. Una scena che fa riferimento all’ingresso di Cristo a Gerusalemme nella Domenica delle Palme.
Imprese e miracoli
Dopo la traversata continentale in bici, lo attende una seconda impresa. La più difficile per un “barbaro” come lui: mangiare un piatto di spaghetti arrotolandoli sulla forchetta.
Il terzo miracolo sarà far crescere un campo di tulipani nell’arida terra pugliese, tirando da solo l’aratro.
La quarta impresa sarà combattere un capomafia e la sua banda. A mani nude. (Anche in questo caso Catarella ha da ridire sulla verosimiglianza del racconto)
La bicicletta nera è ancora protagonista nei primi tempi, quando Gauke la usa per girare in paese, con il bambino che è diventato suo amico in piedi sul portapacchi.
Purtroppo poi Gauke si adatta e dalle 2 passa alle 3 ruote, e dalla spinta muscolare della bici al meno faticoso (ma molto meno affidabile!) motorino dell’Apecar.
Un po’ il simbolo del suo abbracciare la cultura italiana e un’identità nuova, diversa da quella iniziale.
L’inquadratura top
Tulipani: Amore, onore e una bicicletta è un film leggero, con scene gustose e un certo senso del grottesco, che non risparmia episodi tragici. Te lo consiglio se hai voglia di una favola agrodolce.
E ti lascio con una chicca.
L’inquadratura da non perdere di Tulipani: Amore, onore e una bicicletta è la soggettiva di un fiore che spunta dal terreno nella notte pugliese.
Come nei casi migliori, non si capisce subito che cosa si stia vedendo, ma dopo poco la risposta è ovvia.