Nivolet, il colle delle nuvolette
Una scala al (Gran) Paradiso di 40 km
La salita al Nivolet è protagonista di questo episodio della rubrica “Senza fiato“, le grandi salite del ciclismo raccontate con un approccio cicloturistico.
Guarda il bellissimo video e leggi l’articolo realizzati da Fabrizio Parisi.
E se vuoi scaricare la traccia gps, trovi link in fondo alla pagina!
Nivolet come una scenografia
Il Nivolet è stata la location di cult movie internazionali come The Italian Job del 1969. È probabilmente la salita più affascinante e scenografica che abbia mai affrontato, ma per poter godere di tanta bellezza sarà necessario faticare.
E non poco!
Partendo da Locana bisogna pedalare in salita per 40 km per raggiungere quota 2618 metri.
Per farti un’idea di cosa sia la salita del Nivolet prova a immaginare un lungo cavalcavia di 40km!
Come spesso accade il primo tratto ha pendenze dolci, buone per scaldare le gambe.
Pendenze in doppia cifra
Poi si passa il centro abitato di Noasca e ci si trova davanti a quattro tornanti tra il 14% ed il 16% di pendenza.
La prima sensazione è quella di girare la bicicletta, tornare in paese, fare una bella passeggiata alle vicine cascate e cercare un buon ristorante dove pranzare.
Se però passi indenne il primo ostacolo allora non tornerai indietro.
Qualche km e si lascia la provinciale evitando la lunga galleria. Si percorre l’antica strada chiusa al traffico e riasfaltata grazie al passaggio del Giro nel 2019.
Il tratto è suggestivo, costeggiamo il torrente Orco che dà il nome alla valle, tra dirupi ed enormi inquietanti rocce, probabili residui di precedenti frane!
Saranno 4 km con una pendenza media del 12%
La prima parte della salita praticamente si chiude qui.
Da riserva di caccia reale a Parco Nazionale
Un tratto semplice ci porta al lago di Ceresola Reale, unico comune italiano insieme a Venaria Reale a potersi fregiare di questo titolo, concesso da Vittorio Emanuele II. Il comune se l’è guadagnato per aver ceduto gratuitamente al re il diritto di caccia a camosci e stambecchi.
Nel 1922 però, quella che era la riserva di caccia di Casa Savoia è diventata la prima area protetta d’Italia.
Siamo entrati nel Parco Nazionale del Gran Paradiso.
18 tornanti portano dai 1620 metri del lago di Ceresola ai 2250 metri della diga del lago di Serrù, costruita per fornire energia alla città di Torino.
È qui che nel 2019 si è fermato il Giro d’Italia nel suo unico passaggio su queste strade ed è qui che nelle domeniche d’estate si fermano le auto.
Questa strada è stata costruita nel 1932 per favorire il turismo e oggi è oggetto di riflessione e deve essere chiusa e regolamentata per poter preservare la bellezza naturale del luogo.
Sono certo che nel 1932 il traffico veicolare dovesse essere di altra portata!
La battaglia dell’agosto 1944
Fatta la discesa che ci porta al lago Agnel, mancano 5 km alla cima, le pendenze sono meno aggressive ma la difficoltà è data dalla stanchezza che si è accumulata nei 35 km precedenti, dall’aria rarefatta e dalla giornata particolarmente calda.
Certamente caldo fu l’agosto del 1944 su queste montagne fu combattuta una durissima battaglia. Numericamente inferiori, i partigiani tennero testa per 10 giorni alle meglio organizzate truppe nazifasciste.
Al loro fianco combatterono svariati stranieri, serbi e cecoslovacchi in particolare, ma anche un turco, un russo e un polacco. Arruolati con la forza dai nazisti, questi disertarono e passarono dalla parte della resistenza.
Svariate decine furono le perdite dei Nazifasciti. 6 quelle partigiane, tra i loro nomi quello di Vaklav Cibulka maestro di musica cecoslovacco.
Io ed il Bat fatichiamo pedalata dopo pedalata, i nostri compagni sembrano non soffrire nulla, anche Erika che ha iniziato da pochi mesi e che spesso nelle uscite precedenti abbiamo dovuto aspettare ci sorpassa senza riguardo.
Con fatica, ma anche noi arriviamo in cima. Una breve discesa ci porta in Val d’Aosta e alla fine della strada asfaltata.
Prima di affrontare la lunga discesa mi fermo a contemplare la spettacolare veduta.
Il Nivolet, il colle delle nuvolette.
Una volta che abbiate conosciuto il volo camminerete sulla terra guardando il cielo, perché là siete stati e là desidererete tornare.
(Leonardo Da Vinci)
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