Pista ciclabile della Martesana: novità in arrivo
Perché si mettono gli ostacoli all’inizio delle piste ciclabili?
Sgomberiamo il campo dai dubbi.
Gli archetti, le sbarre, i paletti e tutti gli ostacoli che vengono messi all’inizio delle piste ciclabili o alle intersezioni con passaggi carrabili, non sono lì per impedire ad automobili o a motocicli l’ingresso sulla pista ciclabile.
Il fastidio che danno ai ciclisti questi ostacoli non è un danno collaterale, non è il pegno da pagare per ottenere il beneficio di pedalare tranquilli sulle piste ciclabili.
No. Il fastidio è voluto. Quegli archetti, quelle sbarre, quei paletti sono lì per rallentare i ciclisti prima degli incroci.
Non importa se i ciclisti hanno la precedenza. Non importa se dovrebbero essere le auto o qualunque mezzo percorra la strada che incrocia la pista (o che esca dal parcheggio o dalla proprietà privata) a dover fare attenzione al passaggio. Secondo i posatori di barriere, i ciclisti si devono essere rallentati.
È un totale controsenso logico. Il ciclista che ha la precedenza si deve fermare.
Ho più di un sospetto che questo non succeda perché gli amministratori tengano così tanto alla vita di noi ciclisti, di noi persone che andiamo in bicicletta, da proteggerci dall’impatto contro un mezzo pesante. Credo piuttosto che gli amministratori, e soprattutto i dirigenti e tecnici comunali, non vogliano rogne e non vogliano assumersi la responsabilità di un incidente.
Barriere architettoniche illegittime che ostacolano i ciclisti
E non importa se questi ostacoli costituiscano vere e proprie barriere architettoniche. Non importa se per rallentare i ciclisti si impedisce completamente l’uso delle piste ciclabili a a genitori con i bimbi nel carrellino, a handbike, a tricicli, a cargo bike, a persone con bisogni particolari.
In sostanza, si mettono ostacoli che costringono a rallentare molto, se non a mettere il piede a terra i ciclisti, con il risultato che gli utenti che più avrebbero bisogno di tratti di pista ciclabile separata e protetta non ne possono usufruire e sono costretti a cercare faticosamente un altro percorso, magari su una strada provinciale o statale, in promiscuità con mezzi a motore che le percorrono a gran velocità.
Tutto per scaricare la coscienza di qualche funzionario.
È recente la notizia che il Ministro dei Trasporti ha bollato come illegittimi gli archetti posizionati su alcune ciclabili faentine, e ha dato ragione alla Fiab di Faenza che aveva presentato ricorso. Si tratta di una decisione che potrebbe fare giurisprudenza e aprire la strada per numerosi altri ricorsi contro ostacoli di questo genere
Come si rende sicuro l’attraversamento ciclabile?
La soluzione?
Per me la soluzione per consentire un attraversamento più sicuro non è rallentare non le bici, ma semmai le auto e i veicoli a motore, con dossi, castellane o pinch point, e mettere una linea di stop prima dell’attraversamento ciclabile.
Nella zona dove abito, quella della Martesana, esistono diverse piste ciclabili che sarebbero bellissime se non ci fossero archetti in alcuni punti a renderle meno fruibili.
Nel corso dei miei giri in bici, ho incontraro archetti che addirittura servono a rallentare i ciclisti in prossimità di strade private campestri dove solo i trattori possono passare.
Anche il percorso dell’alzaia del naviglio Martesana, un’arteria di traffico ciclopedonale importante, inserita in importanti ciclovie di interesse interregionale, la vera spina dorsale del territorio, è costellata di queste soluzioni ridicole.
La pista ciclabile della Martesana verrà sistemata
Ma voglio lanciare un’altra notizia, a carattere locale forse, ma che testimonia che qualcosa si possa ottenere quando i cittadini si attivano e, come nel nostro caso, si costituiscano in comitato per lo sviluppo del territorio attraverso la promozione della ciclabilità. Promozione che ovviamente non può avvenire senza la costruzione di percorsi sicuri per tutti.
Il socio di Pedala Martesana Maurizio Coppi, un paio di settimane fa, ha ottenuto l’attenzione e il plauso del Sindaco di Vignate per le segnalazioni sulle barriere delle piste ciclabili del suo Comune e, più recentemente, ha sollecitato gli organi deputati alla manutenzione della pista ciclabile del Naviglio Martesana e ha ottenuto alcune risposte.
Dopo che abbiamo pubblicato la foto della sbarra che costituisce una vera e propria barriera architettonica ha fatto un lungo giro di telefonate contattando i Comuni, il Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi (responsabile della manutenzione del Naviglio, ma non dell’alzaia – come ha scoperto) e infine di Milano Città Metropolitana.
Dopo un’altra sequela di telefonate, Maurizio è riuscito a contattare la responsabile del servizio di manutenzione dell’alzaia e ha saputo una notizia importante.
Città Metropolitana ha appaltato una serie di lavori che verranno fatti nella tratta dell’alzaia tra Cologno Monzese e Cassano d’Adda.
Quando si svolgeranno e in cosa consistono i lavori sulla ciclabile della Martesana
I lavori avranno inizio a breve e termineranno nella primavera 2021.
Ci saranno vari tipi di interventi, a partire dalla sistemazione di alcune piante pericolose, per poi passare a lavori di rifacimento della pavimentazione ove necessario.
Presumibilmente questi ultimi lavori verranno fatti in primavera avendo le asfaltature per propria natura necessità di un clima temperato per poter essere eseguita correttamente e richiederanno la chiusura temporanea di alcuni tratti di ciclabile.
Fanno parte del pacchetto anche degli interventi di sistemazione di quelle sbarre e paletti che attualmente risultano essere un ostacolo al passaggio dei ciclisti.
Purtroppo non verranno rimossi del tutto perché – a detta della responsabile – spesso gli ostacoli sono posizionati su esplicita volontà dei Comuni. Ma sicuramente le sbarre verranno sostituite con sbarre più corte, per poter segnalare al ciclista la presenza di un attraversamento, ma nel contempo per permettere un passaggio più agevole. Gli archetti invece verranno sostituiti con dei paletti.
Di sicuro vigileremo perché i lavori vengano fatti in modo da garantire il massimo della fruibilità del percorso da parte di tutti gli utenti e di tutti i tipi di bicicletta.