Una test ride... sborona alla Millemila bici
Una bici di design adatta a tutti
Dopo la Millemila bici di domenica scorsa, che ha attraversato le strade del centro di Milano, ieri si è svolta la prima edizione della Millemila bici Milano-Monza.
L’obbiettivo della manifestazione organizzata da Legambiente e Milano in bicicletta è sensibilizzare verso una più equa distribuzione dello spazio in città a favore delle persone (meno auto, più bici e pedoni) e di chiedere una pista ciclabile che colleghi finalmente i 2 capoluoghi Lombardi.
Per me è stata anche l’occasione per provare la bicicletta creata da Massimiliano Vanigli: la Sborona bike.
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Che cos’è la Sborona bike?
Si tratta di una bici da passeggio molto particolare che ha attratto l’attenzione e suscitato la curiosità e i complimenti di molte persone durante la nostra pedalata.
Ed è proprio questo l’obbiettivo di questa singolare bicicletta: quello di farsi notare.
Il nome deriva proprio da lì: Sborona perché è la bici per fare lo “sborone” al parco o in centro, magari all’ora dell’aperitivo.
Anche se il nome con la quale verrà commercializzata sarà forse il più internazionale Snooty bike, il concetto rimane quello.
The story so far
Massimiliano è un appassionato di design che ha lavorato nell’arredamento e nella nautica. Questo gli ha permesso di unire legno e materiali compositi come carbonio e fibra di vetro
Il primo disegno nasce addirittura nel 2015. Massimiliano racconta di aver creato la prima bozza durante un viaggio in treno.
Il lavoro “vero” è iniziato nel 2020. Era da poco tornato da un’esperienza di lavoro a Hong Kong e suo figlio gli ha chiesto di comprare una bicicletta per andare a pedalare al parco. E Massimiliano ha pensato: “perché comprarla quando posso costruirne una?”
Detto fatto, nel giro di 4 anni la Sborona è stata realizzata in 5 prototipi.
Il primo in legno, costruito direttamente da Massimiliano.
Già il primo prototipo è riuscito per concezione ed equilibrio delle parti, ed è stato necessario solo qualche piccolo aggiustamento come nell’inclinazione dello sterzo e il rinforzo in carbonio del piantone.
Sul modello di questo prototipo, ha chiesto a un’azienda produttrice cinese ricostruire un modello in alluminio.
Discendente della Penny-farthing
La bici è ispirata alle storiche Penny-farthing, che avevano una ruota anteriore gigantesca, molto più grande di quella posteriore.
Ma a parte questo, la Sborona non ha molta affinità con il famoso biciclo.
Si tratta ovviamente di una bicicletta molto più sicura e molto molto più stabile, che mantiene però una ruota davanti da 29 pollici e una posteriore da 20″.
È una bici di design, ma per tutti. “All’Italian Bike Festival di Misano l’hanno provata ragazzi di 1 metro e 40 e uomini di quasi 2 metri e ne erano entusiasti,” spiega Massimiliano.
Test ride della Sborona
Si tratta, come detto, di una bici da passeggio, ottima per un giro in città o al parco, non certo per prestazioni sportive, né adatta a fare moltissimi chilometri. Nel nostro “test” ne abbiamo comunque percorsi in totale 40.
Per evidenziare il carattere snob della bici, per Massimiliano il telaio dev’essere cromato e la componentistica di primo livello. Postura e telaio comodi.
Ho avuto modo di testare entrambe le versioni, e se la bici in legno risulta più scorrevole ed elastica, quella in alluminio è più stabile.
Il modello in vendita è per ora solo quello in alluminio e ha un costo di poco superiore ai 1000 euro. Se si riuscirà a produrre su larga scala, ovviamente il prezzo calerà.
La bici viene spedita al 95% preassemblata e il manubrio si monta in maniera molto facile.
Le caratteristiche
La bici presenta una doppia frenata: freno a disco meccanico anteriore e freno a contropedale posteriore.
Le gomme sono Vans: le uniche sul mercato che permettevano lo stesso tipo di copertura sia per la ruota grande che per quella piccola.
Il cambio è al mozzo ed è prodotto da Shimano. Le bici che ho provato hanno 3 rapporti ma se ne possono realizzare anche con 7.
Il manubrio presenta del grip vicino al punto di sterzo. per poter cambiare posizione delle mani e al contempo dare sollievo alla schiena.
Questa posizione più reclinata e raccolta è comunque sicura anche in virtù del fatto che non bisogna staccare le mani per frenare, grazie alla presenza del contropedale.