Ventoux: la bici è amicizia, risate e dolore
Sfide, sudore e un triangolo amoroso nel film Ventoux
Il Mont Ventoux è una delle salite più iconiche al mondo per il ciclismo, con il suo paesaggio desertico, a causa dell’altitudine e del vento da cui la montagna prende il nome.
Non una delle salite più dure dal punto di vista della pendenza, che solo in alcuni tratti supera il 10% ma la sua lunghezza di oltre 20 km, il caldo e l’asprezza del paesaggio ne fanno un avversario temibile.
Il Ventoux è una montagna leggendaria, cantata da Petrarca e dove il corridore inglese Tom Simpson perse la vita in modo misteriosamente tragico.
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1982-2015
Ventoux (di Nicole van Kilsdonk) parte in discesa. Nelle prime scene, gioia e adrenalina si trasformano però in preoccupazione e paura.
Poi uno stacco ci riporta al tempo presente.
Il film si sviluppa su due piani temporali:
- La gita che 6 amici olandesi compiono per effettuare la scalata al Mont Ventoux e
- la rimpatriata avvenuta oltre 30 anni dopo, su invito di Laura, l’unica ragazza della compagnia.
L’intreccio rimbalza continuamente tra il 1982 e il 2015 (che è anche l’anno di uscita del film).
I personaggi
Oltre a Laura, che si aggiunge per ultima alla compagnia, ci sono
- Joost, lo scienziato del gruppo con la maglia Molteni di Eddie Merckx, che quando va in bici parla di leggi fisiche e di come diminuire la resistenza all’aria;
- André, un po’ spaccone e sempre con la sigaretta in bocca, sempre a disquisire di marche di bici;
- David, un tipo con qualche chilo di troppo e la bici da passeggio;
- Bart, un ragazzo ordinario, attraverso il cui sguardo è narrata la storia.
Un giorno i 4 conoscono Peter, il figlio del proprietario di una barca bordello, un poeta eccentrico con la bici da città.
Sarà lui a parlare del Ventoux e a proporre la gita.
Infine, appunto, fa la sua comparsa Laura con il suo bikini rosso che ammalia subito i ragazzi e detterà le regole di comportamento.
Sarà Peter, il più bello ed estroverso, a conquistarla e ad assumere il ruolo di antagonista, rispetto a Bart.
Il film ruota intorno alla loro amicizia, alla loro estate spensierata e al triangolo amoroso che si viene a creare.
30 anni dopo
Quando si ritrovano, alla soglia dei 50 anni, per molti chi è finito in carcere, chi è braccato dai sospetti di una frode sulla quale avrebbe costruito la sua carriera accademica, chi è ingrassato e soffre di ipertensione.
In più c’è la dolorosa assenza di Peter che getta sospetti su quanto accaduto il giorno prima della scalata al Ventoux.
I 4 ragazzi, più Laura, tornano sul Ventoux per chiudere un cerchio rimasto aperto per oltre 30 anni e a onorare la scomparsa di un amico. A bagnare di sudore e a far poi seccare al vento e al sole vecchie cicatrici.
Nella gita in Provenza, il vecchio furgone è stato sostituito da eleganti auto nere e al campeggio e i protagonisti preferiscono l’affitto di una villa con piscina.
La salita in bici sul Ventoux
Il clima oscilla tra il confidenziale e il nevrotico, tra bici Raleigh e Pegoretti, tra gambe depilate e non, tra corone doppie e triple “da femminucce”, tutto condito da vini e paesaggi irresistibili.
E poi c’è il Mont Ventoux a ricordare che la bicicletta è amicizia, ma è anche sfida e sfogo, è scatto d’orgoglio o di rabbia, provocazione e reazione.
Per rubare le parole di Peter, la bicicletta è “sudore è lacrime, risate e dolore, odio e amore”.
Il film Ventoux è un film olandese che puoi vedere su Netflix. Nonostante la storia non indugi a sufficienza sui conflitti interiori dei protagonisti, ti consiglio di guardarlo per:
- le bellissime immagini delle bici sul Mont Ventoux dominato dal suo osservatorio astronomico,
- se ti piacciono i “buddy movies”,
- se ti piacciono le storie con i triangoli amorosi e
- se vuoi accompagnare l’ascesa dei protagonisti ricordando Simpson e le imprese di Pantani, di Quintana e di tutti i favolosi corridori che per qualche istante si sono sentiti padroni del mondo per essere arrivati per primi sul Mont Ventoux.